La dedica di Primo Levi
Nel 1952 durante una riunione del Consiglio editoriale dell’Einaudi Paolo Boringhieri propone di pubblicare presso la casa editrice torinese il libro che Cesare Pavese e Natalia Ginzburg avevano respinto nel 1946: Se questo è un uomo di Primo Levi. La proposta è sostenuta da Luciano Foà. Il Consiglio si dice favorevole, ma Giulio Einaudi non è della medesima opinione: il libro, afferma, non ha molte probabilità di avere successo. Boringhieri e Foà insistono, e finalmente nel luglio del 1955 viene stipulato un contratto per la riedizione del volume. Uscirà per via della crisi economica dell’Einaudi solo nel 1958, dopo che Levi ha accettato come parte del suo compenso azioni dell’editrice per 40.000 lire. Nel frattempo lo scrittore prepara la nuova edizione con aggiunte e cambiamenti, oltre 30 pagine in più. Non fa avere all’Einaudi un dattiloscritto del suo libro, ma invia una copia della edizione uscita da De Silva editore nel 1947, cui acclude dei fogli dattiloscritti e delle striscioline di carta con le parti nuove. Si tratta della copia che Primo ha regalato alla moglie Lucia. Come si può vedere della dedica fatta con una matita rossa nelle prime pagine del volume di nove anni prima. Un esempio di economia domestica?
Marco Belpoliti, scrittore
(13 novembre 2016)