L’Interpol accoglie lo “Stato di Palestina”
Per Israele, un errore pericoloso

Schermata 2017-09-27 alle 13.17.36L’Interpol, l’organizzazione internazionale della polizia, ha riconosciuto nelle scorse ore lo “Stato di Palestina” come Stato membro. 75 i paesi che hanno votato a favore della mozione presentata dall’Autorità nazionale palestinese (respinta lo scorso anno) mentre 24 sono stati i contrari e 34 gli astenuti. “Lo Stato di Palestina e le Isole Solomon sono ora Paesi membri dell’Interpol”, ha twittato questa mattina l’account ufficiale dell’Interpol. Il Ministero degli Esteri israeliano non ha commentato il risultato del voto ma, spiegano i quotidiani locali, la diplomazia israeliana ha lavorato per ritardare almeno fino al prossimo anno la decisione, spiegando ai paesi membri che l’Autorità nazionale palestinese in quanto non rappresenta uno Stato non è idonea a far parte dell’Interpol.

Secondo il Times Of Israel, il governo di Gerusalemme, nel contrastare l’ingresso palestinese, ha sostenuto che far entrare Ramallah all’interno dell’organizzazione di polizia rappresenta un pericolo per l’istituzione perché l’Anp supporta il terrorismo invece che contrastarlo.
“La nostra vittoria – ha scritto il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki – è stata resa possibile grazie alla posizione di principio della maggioranza dei membri dell’Interpol”. “In questa lieta occasione – ha scritto ancora al-Maliki – lo Stato palestinese ribadisce l’impegno a sostenere i propri obblighi contribuendo alla lotta alla criminalità e alla promozione dello stato di diritto”. Nella prima risposta ufficiale dal governo d’Israele, il ministro dell’ambiente Zeev Elkin ha invitato l’esecutivo a sospendere immediatamente tutti gli impegni e i gesti di buona volontà nei confronti dell’Anp che il gabinetto ha accettato di attuare nel corso degli ultimi due anni. “Non si può farci guerra e incitare contro di noi qui e nel mondo e allo stesso tempo godere dei gesti di buona volontà dello Stato d’Israele”, ha detto il ministro.
Inoltre, Gerusalemme ha espresso tra le sue preoccupazioni rispetto al fatto che la delegazione palestinese avrà ora accesso a informazioni riservate riguardanti il ​​terrorismo e il suo finanziamento, che possono poi essere divulgate al movimento terroristico di Hamas o a Fatah.
Contrari all’ingresso palestinese, anche gli americani che si sono impegnati per bloccare l’adesione dei palestinesi all’Interpol sulla premessa che una tale mossa unilaterale rischia di rendere sempre più difficoltosa la ripresa del processo di pace israelo-palestinese.
Secondo l’analista Raphael Ahren, “il voto di Interpol di mercoledì può essere visto come una sconfitta amara per gli sforzi diplomatici di Israele. In particolare perché la Palestina è stata ammessa all’Interpol in una votazione segreta, e quindi i funzionari israeliani non possono sostenere che le nazioni del mondo sostengano segretamente lo Stato ebraico, anche se non sono ancora disposte ad dichiararlo apertamente”. Il riferimento di Ahren è anche alle recenti dichiarazioni del Primo ministro Benjamin Netanyahu che ha dichiarato che diversi paesi arabi si stanno avvicinando a Israele ma non possono dichiararlo apertamente.
Intanto in Israele sono state sepolte le tre vittime del terrorista palestinese che ieri mattina ha aperto il fuoco nei pressi dell’insediamento di Har Adar, uccidendo il sergente Solomon Gavriya, 20 anni di Beer Yaakov, e le guardie di sicurezza Youssef Ottman, 25 anni del villaggio arabo di Abu Gosh, e Or Arish, venticinquenne di Har Adar.

d.r.