Israele, un quadro sociopolitico

20180206_181342Un quadro sulla situazione politica e sociale di Israele oggi, dal problema dei migranti alla corruzione, fino al tema demografico. È quello ritratto in modo molto lucido e chiaro dal demografo Sergio Della Pergola, ospite della Biblioteca Ambrosiana di Milano. A organizzare l’incontro, aperto dai saluti di Pierfrancesco Fumagalli, vice prefetto dell’Accademia Ambrosiana, l’Associazione Italia-Israele del capoluogo lombardo. Della Pergola ha iniziato il suo intervento ricordando la complessità della situazione israeliana a cui spesso, sul piano dell’opinione pubblica internazionale, ci appresta con troppi pregiudizi e con scarso approfondimento. Poi ha richiamato un tema di stringente attualità, ovvero quello dei migranti: il governo di Gerusalemme ha deciso di espellere dal Paese circa 40mila eritrei e sudanesi. “Io ho firmato una delle numerose petizioni contrarie a questo provvedimento che sembra verrà temperato. Il fatto è che c’è dell’illogicità in questa decisione”. Oltre al fondamentale tema etico, il demografo sottolinea delle incongruenze evidenti nella disposizione del governo Netanyahu: “si è scelto il Rwanda come luogo per trasferire queste persone che però non provengono da lì”. Sarebbe, la metafora usata dal docente dell’Università Ebraica di Gerusalemme, come portare un portoghese in Svezia. Il fatto che il Rwanda, che ha una storia di tragici genocidi, sia in Africa non significa che sia il luogo adatto. “In più il mercato del lavoro israeliano come è noto ha bisogno di un certo tipo di manodopera nell’agricoltura, nell’edilizia, nell’assistenza agli anziani, nella ristorazione e importa regolarmente dall’estero lavoratori stranieri. Intanto però mette alla porta una parte di loro” con il provvedimento d’espulsione in questione”. Della Pergola si è soffermato poi sul tema della corruzione politica: “Israele ne è stato quasi immune per decenni anche se già negli anni ’70 ci furono le prime avvisaglie. Purtroppo oggi diversi membri legati al governo, tra cui il Primo ministro, sono al centro di indagini che il pubblico israeliano segue attentamente”. Il fattore positivo è che “il giudiziario in Israele non fa sconti a nessuno: in passato sono finiti in carcere, ministri, primi ministri, presidenti. È un potere che ha mantenuto la sua imparzialità e che è garante, seppur in seconda battuta, della moralità delle istituzioni”. Da demografo poi Della Pergola sottolinea come Israele sia in costante crescita, con tassi di natalità ben al di sopra della media Ocse. “La situazione israeliana smentisce quelle teorie secondo cui avere figli è una palla al piede per le famiglie: anzi, come dimostra il paese, è vero il contrario”. Inoltre non è neanche vero che avere figli condiziona in modo negativo la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, spiega l’esperto: “in Israele oltre il 70 per cento delle donne fa parte della forza lavoro, ben oltre la percentuale ad esempio italiana (che si attesta intorno al 50)”. Una situazione dunque che testimonia la vivacità e vitalità di un paese che, ha ricordato Della Pergola, guarda al futuro con ottimismo.

d.r.