In Siria, la minaccia iranianadivide Gerusalemme e Mosca
Secondo l’esercito israeliano l’Iran controlla in Siria una base militare vicino a Palmira. Da lì è partito il drone iraniano che il 10 febbraio scorso ha sconfinato in Israele, dove è rimasto per un minuto prima di essere abbattuto dall’aviazione militare israeliana. Aviazione che ha risposto colpendo diversi obiettivi legati alle milizie iraniane in Siria. Nell’operazione un caccia F-16 israeliano è stato abbattuto dalla contraerea siriana (nell’immagine, il presidente Reuven Rivlin visita il pilota dell’aereo da caccia rimasto ferito dopo l’espulsione dall’abitacolo). “Israele ha il diritto assoluto di difendersi, e penso che sia quello che è successo”, ha detto il segretario americano alla Difesa Jim Mattis ieri, commentando l’azione israeliana in territorio siriano.
Here’s a quick summary of today’s events, from the #Iranian UAV to our large-scale strike against the #Syrian air-defense. The IDF will stand guard against any further attacks. pic.twitter.com/ntoHRiv1Z6
— Jonathan Conricus (@LTCJonathan) 10 febbraio 2018
Secondo l’analista militare di Haaretz Amos Harel, l’esercito israeliano aveva in programma di colpire nuovamente in Siria ma la telefonata tra il Premier israeliano Benjamin Netanyahu e il Presidente russo Vladimir Putin ha fermato tutto. “L’annuncio ufficiale del Ministero degli Esteri russo ha contestato la violazione della sovranità siriana da parte di Israele – sottolinea Harel – e ha totalmente ignorato l’evento che ha provocato la reazione: l’infiltrazione di un drone iraniano nello spazio aereo israeliano. Nella conversazione con Netanyahu qualche ora dopo, Putin gli ha chiesto di evitare mosse che avrebbero potuto portare a ‘un nuovo ciclo di conseguenze pericolose per la regione’”. I russi, sottolinea Harel, sono preoccupati anche per la vicinanza dei bombardamenti israeliani ai luoghi in cui i loro soldati e consulenti sono dispiegati in Siria, tra cui la citata base T-4 vicino a Palmira, dove Israele ha colpito il posto di controllo iraniano. Mosca, per bocca del viceministro agli Esteri Bogdanov, nega di aver mai saputo dell’esistenza di questa base iraniana ma, secondo Gili Cohen, giornalista dell’emittente Kan, questa è la consueta posizione russa sull’Iran in Siria, ovvero negare la sua presenza quando parla con i funzionari israeliano. Ma, spiega Cohen, le informazioni ricevute dalla difesa israeliana dicono altro: negli ultimi mesi l’Iran ha utilizzato la base dell’aviazione militare siriana a Palmira (T-4) per diversi scopi, tra cui il trasferimento di armi a Hezbollah – il movimento terroristico sciita libanese nemico di Israele che in Siria combatte per Assad – e per azioni dirette contro Israele (come l’invio del drone). Il fatto che la Russia neghi di sapere qualcosa di tutto questo dimostra che i seppur ottimi rapporti tra Mosca e Gerusalemme hanno un confine ed è la Siria: qui, per il momento, la collaborazione tra i due eserciti continua. L’aviazione israeliana si coordina con i russi prima di colpire obiettivi dell’esercito siriano o iraniano ma fino a quando durerà? Putin sabato, spiegava Harel, ha già fermato una volta Netanyahu e potrebbe farlo di nuovo, magari in modo più ampio. Dall’altra parte, come scrive l’analista francese Bernard Guetta, è probabile che gli attacchi israeliani si ripeteranno, “evidenziando uno scontro militare tra Israele e la repubblica islamica sul suolo siriano, alla frontiera israeliana. Lo stato ebraico non intende permettere che l’Iran si posizioni a nordest del suo territorio, in Siria, dopo averlo già fatto in Libano attraverso Hezbollah”.
Daniel Reichel