Netanyahu: “A tutti i musulmani
auguro Ramadan kareem”

Schermata 2018-05-18 alle 13.56.38Le forze di sicurezza israeliane rimarranno in stato di allerta al confine con la Striscia di Gaza, in previsione della ripresa della “Marcia del ritorno” in questo primo venerdì della festa del Ramadan. E anche in Cisgiordania vi sarà un aumento del dispiegamento di forze. Mentre il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, attraverso i suoi canali social, parla ai “musulmani d’Israele e del mondo”, augurando loro un buon inizio per il Ramadan – e auspicando che la festa sia occasione di “pace e prosperità per tutti” -, i vertici militari e di polizia del paese danno istruzioni affinché la guardia rimanga alta: sul confine con Gaza ma anche in Cisgiordania si prevedono infatti nuovi scontri, in particolare con l’avvicinarsi della sera, quando ci sarà la rottura del digiuno.

A giustificare le preoccupazioni israeliane, le parole di uno dei leader del movimento terroristico di Hamas, Ismail Haniyeh, che nelle scorse ore ha auspicato che le violenze si espandano anche alla West Bank. “La Marcia del Ritorno continuerà fino a quando non raggiungerà i suoi obiettivi, tra i quali esprimere opposizione all’accordo di pace Trump – le parole di Haniyeh, riportate dal Canale 10 israeliano – La marcia non si fermerà fino a quando il blocco sulla Striscia di Gaza non sarà stato completamente revocato. Non accettiamo mezze soluzioni”.
Secondo il sito israeliano Ynet, nelle ultime sei settimane i miliziani di Hamas hanno posizionato più di 100 cariche esplosive lungo il confine, utilizzando le proteste come copertura. A causa della natura semi-militare e semi-civile dei disordini sul confine con Gaza, spiega ynet, la sede centrale della divisione militare israeliana che si occupa dell’area ha inaugurato una speciale sala per le operazioni di intelligence, che raggruppa tutti gli aspetti del lavoro di raccolta di informazioni di quanto accade nell’enclave sotto il controllo di Hamas: dalle fotografie con i droni ai filmati prodotti dagli stessi palestinesi o dai media arabi durante le proteste.

d.r.