Israele e la sua identità ebraica, la legge al vaglio della Knesset
Dopo una discussione serrata, la commissione mista della Knesset che si occupa della revisione della controversa proposta di legge dal titolo “Israele, Stato nazionale del popolo ebraico” ha approvato un testo da presentare all’intero parlamento israeliano. Nei prossimi giorni è previsto il voto sulla norma oggetto di diverse contestazioni, tra cui quella del Presidente Reuven Rivlin in riferimento a una clausola che prevedeva che lo Stato potesse “permettere ad una comunità composta da persone della stessa fede o nazionalità di mantenere una comunità esclusiva”. Condizioni che avrebbero potuto portare, secondo la denuncia del Presidente d’Israele, a forme di discriminazione legalizzate all’interno del paese. Domenica, il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro dell’Istruzione Naftali Bennett hanno raggiunto un accordo per modificare la clausola in questione e sostituirla con una nuova, più generica: “Lo stato considera lo sviluppo dell’insediamento ebraico come un valore nazionale – si legge nel nuovo testo – e agirà al fine di incoraggiare e promuovere la fondazione e l’istituzione di tale insediamento”.
Il disegno di legge, se approvato, sancirebbe il riconoscimento in una norma fondamentale della definizione di Israele come “casa nazionale del popolo ebraico”, stabilendo l’“unico” diritto di quest’ultimo all’autodeterminazione all’interno dello Stato di Israele, e prevedendo una serie di misure costituzionali per definire la natura ebraica del paese, oltre alla ridefinizione dello status della lingua araba – da “ufficiale” a “speciale”.