Aliyah in Israele, insieme per superare le difficoltà
Israele, piccolo paese dalle grandi risorse umane. Prima di tutto grazie alla sua capacità di creare una società fondata sull’integrazione di immigrati da tutto il mondo. Nel farlo però le sfide non mancano ed è proprio per trovare possibili soluzioni innovative che la no profit Gvahim, in collaborazione con il Comune di Tel Aviv, ha organizzato il primo Aliyathon. Ispirato al modello degli hackathon, eventi sempre più popolari nel mondo high tech durante i quali esperti informatici si riuniscono per cercare di risolvere una specifica difficoltà, l’iniziativa ha riunito decine di persone. Nello spazio di co-working Urban Space, esponenti del mondo delle organizzazioni che si occupano di aliyah e olim chadashim, come l’anglosassone Nefesh BeNefesh e la brasiliana Olim do Brasil, si sono confrontati tra loro e insieme ai tanti partecipanti individuali. Con l’aiuto di Rea Lavi, esperto di problem solving, i numerosi tavoli si concentrati ciascuno su un tema diverso per formulare possibili soluzioni, dalla fatica di imparare l’ebraico a quella di diventare parte della nuova cultura senza perdere le proprie radici. Fondere comunità, integrazione e innovazione, la ricetta proposta per raggiungere l’obiettivo. In fondo non diverso da quella che ha fatto di Israele la start-up nation nota nel mondo.
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