Russia a muso duro con Israele: “Provocatorio l’attacco in Siria”
Nella notte aerei militari israeliani avrebbero colpito un deposito di armi a ovest di Damasco, dopo avere sorvolato lo spazio aereo libanese. Sono informazioni date da funzionari siriani alla stampa locale, che riporta che nell’attacco sarebbero rimasti feriti tre soldati siriani. Israele, come accaduto in passato, non ha confermato l’attacco mentre il quotidiano Haaretz ha scritto che nel deposito colpito ci sarebbero state armi di Hezbollah, il gruppo terroristico libanese legato all’Iran e al presidente Bashar Al Assad. Chi invece punta il dito contro Gerusalemme e la Russia: il ministero della Difesa russo ha definito “l’attacco d’Israele in Siria una provocazione”, sostenendo che avrebbe messo in “in pericolo” due voli civili ma senza dare ulteriori spiegazioni. In ogni caso l’intervento a gamba tesa russo è il sintomo che la collaborazione con Israele in Siria non è così stretta come mesi fa. “Il presunto attacco israeliano poteva essere diretto a colpire un obiettivo militare specifico – ad esempio i depositi di armi iraniani – ma si inserisce in un contesto politico più ampio. Israele sta dimostrando che dal suo punto di vista, poco è cambiato, scrive Amos Harel, apprezzato analista militare di Haaretz. “Nonostante l’annuncio di Trump e nonostante la furia della Russia per il suo aereo Ilyushin abbattuto lo scorso settembre, Israele si considera libero di continuare ad attaccare obiettivi in Siria, quando necessario”. Da qui anche la reazione russa, che sostiene Assad e ha buoni rapporti con l’Iran (che vuole aumentare la sua influenza in Medio Oriente e in Siria rifornisce Hezbollah di armi) rispetto alla presunta azione israeliana: Mosca vuole avere sempre più il controllo di cosa accade in Siria e questo mal si addice con le incursioni d’Israele. D’altro lato, scrive Harel, “i russi potrebbero anche avere interesse a che Israele limiti la spinta iraniana ad aumentare i propri mezzi militari in Siria”, per cui la voce grossa potrebbe del ministero della difesa potrebbe essere solo una facciata. Quel che è chiaro è che con il ritiro americano, Mosca avrà sempre più gioco nel decidere le sorti della Siria.