L’Iran minaccia, Israele risponde La Siria al cuore dello scontro
Un nuovo atto dello scontro tra Israele e Iran. È quello andato in scena nelle scorse ore in Siria, dove l’aviazione militare israeliana ha colpito diversi obiettivi legati alle Guardie della rivoluzione islamica iraniana, rispondendo all’aggressione di Teheran sul Golan. Il missile partito dalla Siria e intercettato sopra la stazione sciistica israeliana del Hermon era stato infatti lanciato dall’Iran in un attacco “premeditato” mirato a scoraggiare Israele dal condurre attacchi aerei contro le milizie della Repubblica Islamica e i suoi alleati in Siria. A riportarlo, le fonti dell’esercito israeliano, che ha risposto all’aggressione – arrivata ore dopo un presunto attacco israeliano sempre in Siria – colpendo prima i siti iraniani a Damasco e dintorni, e poi le batterie di difesa aerea siriana, che avevano sparato sui caccia israeliani. “L’Israel defence force sta attualmente colpendo gli obiettivi iraniani del Quds (unità speciale dell’esercito iraniano) in territorio siriano”, hanno avvisato le forze di difesa israeliane in una dichiarazione durante l’operazione di risposta alla minaccia iraniana.
“Tutte le parti coinvolte stanno inviando segnali violenti sulla loro posizione e sulle loro intenzioni di continuare questa campagna”, scrive l’analista militare di Yedioth Ahronoth Ron Ben-Yishai.
This is what’s been happening:
On Sunday, Iranian Quds Forces operating in Syria launched a surface-to-surface rocket from Syria aimed at Israel’s Golan Heights. The Iron Dome Aerial Defense System intercepted the rocket. pic.twitter.com/P7yvkpR6An— Israel Defense Forces (@IDF) 21 gennaio 2019
“L’evento più significativo è stato il lancio di domenica di un missile iraniano a nord di Israele, apparentemente da parte delle stesse guardie rivoluzionarie iraniane e non dei loro alleati della milizia sciita. Il lancio di un missile di questo tipo, anche se a corto raggio, non è qualcosa che si può fare su due piedi. Richiede preparazione, come posizionare un lanciamissili in modo che non venga individuato dall’intelligence israeliana; richiede un ordine dall’alto, apparentemente dallo stesso generale delle Guardie rivoluzionarie Qassem Suleimani. Gli iraniani sapevano bene cosa avrebbe significato una tale mossa dal punto di vista di Israele, che non poteva mostrare moderazione e avrebbe attaccato più obiettivi iraniani, che poi è quello che è successo”. Secondo Amos Harel, di Haaretz: “Ora, mentre il regime di Assad stabilizza il suo controllo sulla Siria, la lotta è quella di determinare le regole d’ingaggio sul fronte nord. L’Iran vorrebbe continuare a contrabbandare armi a Hezbollah mentre costruisce basi militari in Siria. Israele vuole sventare questa situazione. Il fatto straordinario che dalla Siria sia stato lanciato un missile di medio raggio terra-superficie verso Israele non attesta che l’Iran stia vincendo la battaglia. Tuttavia, dimostra che il conflitto è lungi dall’essere concluso”.
Facendo riferimento all’attacco missilistico, il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso che le forze legate all’Iran “non otterranno nessun lasciapassare per tali atti di aggressione, né per gli sforzi di radicarsi militarmente in Siria, e né per le dichiarazioni esplicite dell’Iran che intende distruggere Israele, come ha appena detto il comandante dell’aviazione iraniana”. Il riferimento è alle minacce del generale iraniano Aziz Nasirzadeh secondo cui “I giovani delle forze aeree sono pienamente pronti e impazienti di affrontare il regime sionista e di eliminarlo dalla Terra”. “Le minacce iraniane che parlano di ‘eliminazione di Israele’ sono gravissime e inaccettabili. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà al popolo di Israele”, il commento del ministro degli Interni italiano Matteo Salvini, in un messaggio di solidarietà a Israele sui social network.