Lettera al ministro della Giustizia Shaked

Sono un’ebrea italiana che vive a Gerusalemme da più di 30 anni.
Come per tutti gli ebrei italiani, per me la parola fascismo non è un termine teorico che descrive un fenomeno politico, ma piuttosto la quintessenza del male e della persecuzione antisemita. Ancora oggi io e i miei coetanei subiamo le conseguenze delle persecuzioni fasciste contro gli ebrei, dell’infanzia perduta dei miei genitori, della morte e dell’omicidio di parenti e conoscenti. Tutto ciò, molti anni prima che I nazisti invasero l’Italia
Il movimento fascista (che ha coniato il termine fascismo quando è salito al potere nel 1922) sotto la guida di Mussolini, emanò nel 1938 le leggi razziali contro gli ebrei. Agli ebrei fu vietato il possedimento di beni, la libera professione, l’impiego di non ebrei, l’insegnamento e la frequentazione di scuole insieme a non ebrei e mille altre limitazioni.
Gli ebrei furono licenziati e cacciati da tutti gli impieghi pubblici, dalle università agli ospedali, bambini e ragazzi furono cacciati dalle scuole. Inoltre furono obbligati ad eseguire lavori forzati inutili, con l’unico scopo di umiliarli e rovinarli, fisicamente e moralmente.
Mio padre si ricorda benissimo che sulla strada per andare a scuola, verso una classe per soli ebrei dalla quale si entrava da una porta di servizio in orari diversi dal resto degli alunni onde evitare qualsiasi commistione con gli “ariani”, vedeva dei gruppi di ebrei costretti ai lavori forzati, a rimuovere la melma dalla riva del Tevere nel punto più vistoso ai passanti, a Castel Sant’Angelo, per aumentare al massimo la pubblica umiliazione.
Il mio bisnonno, medico, premiato con medaglia al valore per i suoi servizi di medico militare nella prima Guerra mondiale, non resse all’umiliazione quando vicini e conoscenti, alcuni perfino salvati da lui durante la Grande Guerra, iniziarono ad evitarlo e gli tolsero il saluto, per la sola colpa di essere ebreo, e morì di crepacuore nel 1942.
Inoltre, il regime fascista istituì in tutta Italia una lunga lista di campi di concentramento, in cui internarono migliaia di ebrei, soprattutto non italiani, provenienti dal resto dell’Europa, rifugiatisi in Italia per scappare dalla persecuzione nazista. Da questi campi furono poi mandati ad Auschwitz e agli altri campi di sterminio.
La persecuzione fascista raggiunse il suo apice durante l’occupazione nazista dell’Italia: grazie all’aiuto ed alla collaborazione dei fascisti, le retate degli ebrei italiani e le spedizioni verso i campi di sterminio si svolsero molto rapidamente.
Le angherie contro gli ebrei e la loro sofferenza non terminarono neanche con la fine della Guerra: centinaia di magistrati e giudici nominati dal regime fascista continuarono a ricoprire le loro cariche anche nel dopoguerra, cosicché respinsero sempre, processo dopo processo, tutte le cause intentate dagli ebrei italiani per riavere indietro i loro beni espropriati o rubati durante le leggi razziali.
Quando ho visto il fotogramma della propaganda elettorale con il profumo, mi sono sentita come se mi avessero colpito allo stomaco, e la prima immagine che mi è venuta in mente è che il nome impresso sul profumo è “Nazismo.”
Sono nata dopo la nascita dello Stato d’Israele, quindi per me Israele è un fatto compiuto. Nei miei peggiori incubi non mi sarei mai sognata che il ministro della giustizia dello Stato d’Israele avrebbe potuto presentare un profumo che per me odora di nazismo.
Sono sicura che durante la preparazione del video Lei non fosse al corrente di questo buio capitolo della storia degli ebrei.
Ma adesso Lo conosce.

Manuela Di Veroli