Segnalibro – Canti della Grande guerra

IMG_20190507_1737316Non poteva esserci luogo più adatto per la presentazione de Il rombo del cannon, lo straordinario libro che Emilio Jona, Alberto Lovatto e Franco Castelli hanno dedicato a quella straordinaria fucina di canti popolari che fu la Grande Guerra. Nella storica Scuola popolare di musica di Testaccio, pensata a metà degli anni Settanta come progetto di intervento culturale e politico nel primo quartiere operaio della capitale dopo l’Unità d’Italia, è stata Giovanna Marini in persona ad accogliere quelli che sono da lungo tempo suoi compagni di viaggio. Jona e la Marini, infatti, sono stati parte di quel gruppo di appassionati che insieme ai fondatori Sergio Liberovici e Michele Straniero a Torino nel 1957 fece nascere Cantacronache. L’impegno sociale e la musica. Principi che hanno guidato anche la pluridecennale ricerca sfociata nella pubblicazione de Al rombo del cannon. Grande guerra e canto popolare, il volume pubblicato da Neri Pozza lo scorso autunno, più di ottocento pagine che ripercorrono tramite i canti una stagione in cui le terribili vicende della guerra furono anche il luogo in cui si faceva la lingua italiana. Come hanno spiegato Jona e Lovato a un pubblico estremamente appassionato e competente il canto non mancò mai, e nonostante ci sia stato un tentativo di farne strumento patriottico a seminario Jona domaniprevalere, anche nella memoria dei tantissimi che hanno contribuito con la loro memoria alla ricerca, sono state le storie. Quasi un epistolario, in realtà, che come il fiume incontrollabile dei circa quattro miliardi di cartoline spedite in quegli anni racconta la quotidianità. Dalla vita dei soldati alla nostalgia, ricordi e racconti di chi partiva e di chi restava, una narrazione corale irresistibile, ed evidentemente ben nota a un pubblico pronto ad canticchiare praticamente tutto il repertorio citato. Sono stati poi due rappresentanti dei Blu L’azard a cantare una piccola scelta degli oltre 160 brani che, raccolti in due cd, accompagnano il libro: Marzia Rey, voce e violino e Flavio Giacchero, voce e clarinetto basso del gruppo hanno così proposto un frammento dello spettacolo che a ottobre sarà al Teatro Torlonia, sempre a Roma. Un emozionante alternarsi di canti, musiche e narrazioni che danno voce e suono alla memoria cantata, un enorme corpus di memoria popolare che è stata censurata, emarginata e repressa, ma non si è mai spenta.
È poi anche previsto un seminario tenuto dallo stesso Emilio Jona alla Sapienza, intitolato “Dalla creazione di Cantacronache alla ricerca sul campo e allo studio del canto politico sociale”.

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