Usa, la pace passa dal Bahrein

Schermata 2019-06-24 alle 13.45.06Il governo d’Israele ascolterà “in modo equo e aperto” il piano di pace americano. A prometterlo al Consigliere della Sicurezza Usa John Bolton è stato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. I due hanno visitato assieme nelle scorse ore alcune aree della Cisgiordania (nell’immagine un momento della missione). “Secondo qualsiasi accordo di pace, la nostra posizione sarà che la presenza di Israele debba continuare qui per la sicurezza di Israele e per la sicurezza di tutti”, ha detto Netanyahu, riferendosi alla Cisgiordania. “In generale, direi che ascolteremo la proposta americana, la ascolteremo in modo equo e aperto”. Il Premier ha poi criticato i palestinesi per aver respinto la proposta redatta dal team guidato dal genero di Trump, Jared Kushner, di cui è stata presentata una prima parte incentrata sull’economia: “Non riesco a capire come i palestinesi, prima ancora di aver sentito il piano, lo rifiutino del tutto. Non è questo il modo di procedere”. Per parte sua, Bolton ha garantito che la sicurezza di Israele sarà salvaguardata nel piano di pace americano. “Dirò solo che senza sicurezza non c’è pace, non c’è pace duratura. – ha affermato il Consigliere Usa, considerato un falco all’interno dell’amministrazione Trump – E penso solo che sia un peccato, Primo Ministro, che più americani non possano venire in luoghi come questo, vedere la geografia, capire il suo significato, capire come influisce sulla situazione critica della sicurezza di Israele”.
Queste osservazioni arrivano alla vigilia della conferenza economica guidata dagli Stati Uniti in Bahrein e dedicata al conflitto tra israeliani e palestinesi. Una conferenza a cui non parteciperanno però rappresentanti politici delle parti in causa. Per la prima volta ci saranno però in Bahrein dei giornalisti israeliani che hanno definito quest’apertura come ulteriore e significativo avvicinamento di una parte del mondo arabo a Israele. Un’apertura fino a pochi anni fa improbabile ma che la minaccia comune Iran ha reso possibile: e è forse proprio questo passo rappresenterà l’eredità più importante della convention in Bahrein, criticata da molti analisti per motivi diversi. “Quello che doveva essere uno sforzo ambizioso per mettere insieme ‘l’accordo del secolo’ – la tesi dell’esperto di politica internazionale Daniel Drezner sul Washington Post – si trasformerà in alcune sessioni di presentazione (del piano economico) e in un TED talk di Jared Kushner che nessuno vuole sentire. Come simbolo degli sforzi profusi dall’amministrazione Trump per conquistare amici e influenzare le persone in Medio Oriente, sarà troppo pretenzioso”.
Per Nimrod Goren, capo dell’Istituto israeliano Mitvim, la proposta americana promette ai palestinesi un futuro economico migliore (si parla di investimenti per 50 miliardi di dollari) ma non considera gli aspetti politici di un futuro accordo di pace e non prende in considerazione le speranze palestinesi di ottenere uno Stato indipendente. “Se gli americani stanno cercando di motivare i palestinesi a raggiungere un accordo di pace, lo stanno facendo nel modo sbagliato – ha detto Goren in una conferenza a Tel Aviv, ripresa da ynet – il piano deve essere direttamente collegato ad una soluzione politica del conflitto”. “L’iniziativa di pace araba presentata nel 2002 e la spinta dell’amministrazione Obama per una soluzione a due Stati, includono tutti questi elementi e definiscono i benefici che verranno dopo il raggiungimento di un accordo politico”, la posizione di Goren, secondo cui l’attuale amministrazione americana ha indebolito l’Autorità nazionale palestinese con alcune sue decisioni e per questo non può aspettarsi una risposta favorevole al piano. “L’attuale proposta – le parole di Goren – è vista come un’offerta umiliante di una tangente per far sì che i palestinesi rinuncino alle loro aspirazioni nazionali in cambio di ingenti somme di denaro. Questo sicuramente aumenterà la loro animosità nei confronti dell’amministrazione piuttosto che incoraggiarli ad impegnarsi nel dialogo”. Per l’avvocato americano Gregg Mashberg invece il fallimento dei negoziati è inevitabile a causa dell’atteggiamento della leadership palestinese: su twitter Mashberg ha ricordato i no palestinesi ai più diversi piani economici a loro proposti nel tempo.