Israele, Stati Uniti e Russia a confronto
sul futuro del Medio Oriente

Schermata 2019-06-25 alle 12.44.19Il Consigliere statunitense per la sicurezza nazionale John Bolton, il suo omologo russo Nikolai Petrushev e Meir Ben-Shabat, consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, si sono incontrati per la prima volta nelle scorse ore all’Orient Hotel di Gerusalemme per discutere di questioni chiave per la regione, con particolare attenzione all’Iran e alla Siria. Secondo Bolton, “questo incontro non potrebbe essere più opportuno. Ci riuniamo in un momento particolarmente critico per il Medio Oriente, mentre il regime radicale in Iran e i suoi surrogati terroristici si impegnano in un’altra serie di violente provocazioni all’estero”. “Le provocazioni dell’Iran …. sono le manifestazioni esterne della minaccia centrale che l’Iran rappresenta, vale a dire la sua continua ricerca di armi nucleari”, ha affermato il Consigliere Usa. Come sottolinea un’analisi di Bloomberg, Israele, Stati Uniti e Russia hanno interesse a limitare l’influenza di Teheran sulla regione ma le strade che vogliono percorrere sono diverse. “La Russia – sottolinea il quotidiano economico americano – vuole proiettare il proprio potere in Medio Oriente attraverso il suo alleato siriano, il presidente siriano Bashar al-Assad, e vorrebbe limitare l’influenza competitiva dell’Iran nel paese. Ma è molto meno di quello che Israele e Stati Uniti vogliono quando si tratta di combattere l’Iran, e questo complica gli sforzi per raggiungere un ampio accordo” tra i diversi paesi. L’incontro di Gerusalemme, a cui ha preso parte il Primo ministro Benjamin Netanyahu, rappresenta in ogni caso un risultato importante per Israele perché viene riconosciuto il suo ruolo di partner privilegiato nella discussione sul futuro dell’area. Con l’Iran invece costretto a guardare da lontano, l’analisi dell’emittente israeliana Arutz 13.
Durante l’incontro, Netanyahu ha detto di “apprezzare profondamente le forti relazioni che Israele ha con entrambi i leader ed entrambi i paesi”. “La nostra amicizia con la Russia è diventata più forte che mai in questi ultimi anni”. Secondo il Premier c’è spazio per una ampia cooperazione tra i tre paesi. “Questo vertice rappresenta una reale opportunità di contribuire a far progredire la stabilità nella nostra regione, e in particolare in Siria. Vorremmo vedere una Siria pacifica, stabile e sicura”.
Alla fine della riunione, il rappresentante russo ha però chiarito la posizione di Mosca: “la soluzione per ridurre la tensione in Siria non è militare”. Petrushev ha fatto riferimento ai recenti attacchi su territorio siriano attribuiti a Israele e li ha definiti “indesiderabili”. Non solo, la sua voce si è chiaramente discostata da quella di Gerusalemme e Washington rispetto ai rapporti con l’Iran. “Abbiamo sottolineato la necessità di assistenza internazionale per riabilitare l’economia siriana, compresa la revoca delle sanzioni, sottolineando la necessità di allontanare i terroristi dal paese e la necessità di ripristinare la pace. – ha affermato Petrushev, aggiungendo che – L’Iran è un alleato della Russia”.
Noa Landau, corrispondente di Haaretz, sottolinea come la posizione di Mosca sia ambigua rispetto all’influenza iraniana in Siria. “I russi sono stati finora ambivalenti riguardo alle richieste di Israele nei confronti della Siria. Sperano che Israele non intralci i loro sforzi per stabilizzare il regime di Assad, ma non hanno preso alcun impegno per far uscire le forze iraniane dalla Siria. Mosca ha a volte limitato i movimenti militari di Israele nella regione attraverso altri mezzi di coordinamento e deterrenza. Tali restrizioni sono aumentate soprattutto da quando la Siria ha abbattuto un aereo russo l’anno scorso, durante uno scontro con Israele, in cui più di una dozzina di militari russi hanno perso la vita”. Per il giornalista Anshel Pfeffer il problema del governo israeliano è che la Russia ha ora mai un ruolo determinante in Medio Oriente. “Per Netanyahu – scrive sempre su Haaretz Pfeffer – questa non è una situazione ideale. È un atlantista, che crede nella necessità che gli Stati Uniti agiscano come garante della pace globale. Ma nonostante gli stretti rapporti con Trump, anche la sua influenza è limitata. La sua svolta verso Mosca durante l’amministrazione Obama deve continuare ora e per il prossimo futuro. Al momento, ospitare il tour vittorioso della Russia nella regione è il meglio che può sperare”.

dr