“Nessun complotto contro il Premier,
la polizia fa il suo dovere”

מוטי כהןIl dibattito politico in Israele continua ad essere dominato dagli interrogativi sul destino del Primo ministro Benjamin Netanyahu, formalmente incriminato per corruzione, abuso d’ufficio e frode. Nel fine settimana una commissione guidata dal procuratore generale Avichai Mandelblit dovrebbe chiarire alcuni punti importanti: se Netanyahu, dopo il rinvio a giudizio, possa o meno guidare un governo e se debba dimettersi dai suoi molteplici incarichi ministeriali. A chiedere un passo indietro al Premier sono i suoi avversari politici, tra cui all’interno del suo partito – il Likud – , il parlamentare Gideon Sa’ar che vorrebbe sfidare Netanyahu in primarie lampo. Il capo del Likud sembra essere disposto ad accettare la sfida, forte del sostegno di molti volti importanti del partito, ma solo dopo che sarà passato il termine di 17 giorni a disposizione della Knesset per evitare nuove elezioni. In questo lasso di tempo infatti, se almeno 61 parlamentari (ovvero la maggioranza della Knesset) di qualsiasi schieramento dovessero trovare un accordo e appoggiare un loro collega, Israele avrebbe un governo e quindi non si tornerebbe alle urne. Un’eventualità quasi impossibile e infatti i partiti si stanno preparando a una nuova campagna elettorale in cui Netanyahu – se dovesse liquidare la pratica Sa’aar – si difenderà dalle accuse di incriminazione, denunciando un complotto ai suoi danni. Lo ha già fatto a poche ore dall’annuncio di Mandelblit e lo stanno facendo in queste ore i ministri che gli hanno espresso sostegno. Un’accusa respinta al mittente dallo stesso Mandelblit così come in queste ore dal capo della polizia Motti Cohen (nell’immagine), che ha dato il pieno sostegno agli investigatori che si sono occupati del caso. “Dobbiamo adempiere fedelmente alla nostra missione pubblica, esporre il crimine e la corruzione pubblica a tutti i livelli, indagare a fondo su ogni caso di corruzione, e raggiungere la verità ad ogni indagine, senza lasciare che calunnie o accuse di alcun tipo interferiscano o comunque influenzino la nostra integrità e lo svolgimento dei nostri doveri”, ha dichiarato Cohen.
Netanyahu e i suoi sostenitori hanno pubblicamente accusato la polizia e i pubblici ministeri di condurre un processo “contaminato” contro di lui, nel tentativo di fare un “colpo di stato” e rimuoverlo dal potere. Da qui la difesa di Cohen che, parlando ai suoi ufficiali, ha dichiarato: “Grazie al vostro lavoro la nostra società è più sicura e più pulita dalla criminalità organizzata e dalla corruzione pubblica”.