Il 2 marzo Israele tornerà alle urne, salvo un miracolo insperato
L’unica cosa su cui si sono messi d’accordo Kachol Lavan e Likud è la data delle prossime – a questo punto quasi inevitabili – elezioni. Si terranno infatti lunedì 2 marzo 2020 e così milioni di israeliani saranno costretti per la terza volta in un anno a votare. Non era mai accaduto prima. Perché questo indesiderato record non accada nelle prossime 48 dovrebbe accadere un miracolo: 61 parlamentari della Knesset, ovvero la maggioranza, dovrebbero firmare il proprio sostegno a uno dei loro colleghi, garantendo così la nascita di un nuovo governo e la fine di uno stallo politico che dura da mesi. Da dicembre infatti il paese è guidato dal Primo ministro Benjamin Netanyahu e dal suo esecutivo provvisorio. Due elezioni non sono bastate a sancire un vincitore e da Kachol Lavan fanno sapere che la strada per l’unità nazionale è possibile solo a una condizione: senza Netanyahu. “Spero ancora che riusciremo ad evitare inutili elezioni”, ha dichiarato il leader di Kachol Lavan Benny Gantz, a 48 ore dallo scioglimento definitivo del parlamento. L’ex capo di Stato maggiore israeliano ha poi ribadito il suo no alla proposta di Netanyahu di indire un voto diretto per decidere solamente chi tra loro due debba guidare il prossimo governo. Per Kachol Lavan ogni prospettiva di avere il leader del Likud a capo dell’esecutivo, anche se in rotazione con Gantz, è inammissibile.