Da Gaza per lavorare in Israele, le opportunità del cessate il fuoco
Quando si tratta di come confrontarsi con Gaza, a vincere è quasi sempre il pragmatismo dell’esercito israeliano. Se ne sono resi conto negli ultimi anni due dei più noti falchi della politica d’Israele: Avigdor Lieberman, del partito Israel Beitenu, e Naftali Bennett, di Yamina. Entrambi avevano promesso importanti azioni militari contro i terroristi palestinesi a Gaza se gli fosse stata data la possibilità di essere ministri della Difesa. Entrambi, una volta ricoperto l’incarico, hanno dovuto constatare che le operazioni militari non sono l’unica strada. In particolare il ministro della Difesa Bennett, dopo diverse dichiarazioni muscolari, in queste ore ha dato il suo assenso alla decisione dell’esercito di rilasciare un numero record di permessi di lavoro per i palestinesi di Gaza: 7000 in totale, un incremento del 40% rispetto al numero di quelli rilasciati in precedenza. “Tutti vogliono lavorare in Israele, tutti vogliono la tranquillità, e un vita dignitosa”, la testimonianza raccolta da Ynet di Nahed Halees, lavoratore palestinese entrato in Israele attraverso il valico di frontiera di Erez. “Tutti mi dicono ‘voglio entrare in Israele per lavoro’, ma io dico loro che non posso ottenere un permesso – ha raccontato Halees a Ynet – Dovrebbe essere permesso a più commercianti di uscire da Gaza per lavorare in Israele”. Secondo Halees uno dei maggiori problemi dell’enclave controllato dal gruppo terroristico di Hamas è la disoccupazione. “La gente vuole vivere, mangiare, bere e provvedere ai bambini, che a volte non vanno nemmeno a scuola”.
Il coordinatore delle attività governative nei territori palestinesi (COGAT) ha detto che la decisione di allentare le restrizioni su Gaza deriva dalla recente relativa tranquillità sul confine meridionale. Una tranquillità messa a rischio nelle scorse ore da cecchini palestinesi della Jihad Islamica che hanno aperto il fuoco contro militari israeliani che pattugliavano il sud del confine con la Striscia. L’attacco non ha causato feriti ma dimostra il tentativo della Jihad islamica di destabilizzare i fragili equilibri nell’area.
In un’intervista sempre a Ynet, dopo l’annuncio dell’esercito di un ulteriore allentamento delle restrizioni su Gaza, il ministro Bennett ha spiegato di essere pronto a “dare a Hamas la possibilità” di attuare pienamente gli accordi per il cessate il fuoco. Israele però, ha avvertito Bennett, si sta comunque preparando a una campagna militare che porterebbe a “un cambiamento fondamentale” nella Striscia di Gaza. “Resto scettico ma se l’uso della forza militare può essere evitato, preferisco”, il suo commento.