Israele tra crisi sanitaria e crisi politica

“Temo che siamo giunti al punto più basso nella storia costituzionale d’Israele. Yuli Edelstein, presidente della Knesset, si è dimesso dopo aver fortemente contestato la decisione della Corte suprema che imponeva di aprire la camera per eleggere il presidente del parlamento. Ha parlato di oscuramento delle menti e si è dimesso. Un atto aperto di ribellione dell’autorità legislativa ossia del Parlamento che Edelstein, in quanto presidente seppur in via pro tempore, rappresenta, e l’autorità giudiziaria, rappresentata dalla Corte suprema. Questo scontro fra poteri non era mai avvenuto in Israele”. È una delle considerazioni di Sergio Della Pergola riguardo alla situazione che sta vivendo Israele, segnata da una crisi politica-costituzionale nel bel mezzo di una crisi sanitaria. Protagonista dell’ultimo Pilpul – l’approfondimento serale curato dalla redazione giornalistica UCEI e in onda sui canali UCEI e Pagine Ebraiche – il professor Della Pergola, demografo e docente dell’Università Ebraica di Gerusalemme, ha analizzato lo scontro di poteri in atto nella democrazia israeliana, con le dimissioni – primo caso nella storia del paese – di Yuli Edelstein da presidente della Knesset.

Nel descrivere l’attualità politica – in cui esiste un governo transitorio guidato dal Premier Benjamin Netanyahu che non ha legittimità parlamentare – Della Pergola ha spiegato le sue preoccupazioni di fronte al conflitto interno tra poteri e ricordato: “In una visione un po’ pessimista possiamo dire: Attenzione. Noi parliamo di uno Stato d’Israele che è lo stato del popolo ebraico, che va avanti con grande coraggio, risolvendo problemi attraverso diverse difficoltà, ma non ci sono alternative. Non è possibile distruggere questa realtà” e mettere in crisi il suo sistema costituzionale. Come è accaduto con le dimissioni di Edelstein, sottolinea Della Pergola. “Non è solo una discussione tra giuristi ma siamo noi. Ne va di mezzo la nostra storia, il nostro destino”, chiarisce il professore. E l’invito è ad ascoltare per intero le sue riflessioni, per avere un quadro delle tensioni che attraversano la politica israeliana mentre deve – senza un governo stabile – affrontare la pandemia.