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 12 gennaio 2018 - 25 Tevet 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Quando gli ebrei sono invitati a leggere o a benedire la lettura di un brano della Torah, alla fine della lettura stessa sono salutati dal pubblico presente con l'espressione: "Hazak!" Generalmente si accompagna questa espressione con "Hazak veEmatz, sii forte e coraggioso". La frase è presa da Deuteronomio 31,7 utilizzando una raccomandazione di Moshe a Yehoshua, come a dire da maestro a discepolo.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
"Far nettamente risaltare che le iniziative italiane in materia di razza [...] non erano spontanee", e che "il loro carattere formale cessò [...] quando gli invasori germanici estesero direttamente il loro controllo all'applicazione delle misure antisemite". "La nostra legge sulla razza non solo aveva trovato una scarsa applicazione nei singoli casi concreti, ma il popolo tutto e la quasi totalità degli organi amministrativi che avrebbero dovuto applicarla, avevano invece gareggiato per sabotarla completamente o, per lo meno, per mitigarne al massimo gli effetti".
 
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Accordo sul nucleare,
Trump sospende l’uscita
Il presidente Usa Donald Trump si appresta a prorogare il congelamento delle sanzioni verso l’Iran previsto nell’accordo sul programma nucleare di Teheran. Secondo quanto riporta il New York Times, Trump avrebbe intenzione di imporre una scadenza al Congresso americano e agli alleati europei per migliorare l’accordo altrimenti gli Stati Uniti ne usciranno. L’annuncio è atteso nelle prossime ore e dovrebbe essere accompagnato da sanzioni mirate contro alcuni esponenti del governo di Teheran per corruzione e abuso dei diritti umani. “Se è vero, – scrive Federico Rampini su Repubblica – significa che dentro l’Amministrazione Usa hanno vinto gli esponenti dell’establishment militar-industriale. A difendere l’accordo con l’Iran sono stati due generali molto influenti (Mattis segretario alla Difesa, McMaster che dirige il National Security Council) e il segretario di Stato Tillerson. Questo trio ha ricevuto un aiuto da Israele. I servizi segreti israeliani hanno fatto filtrare il loro parere: gli risulta che Teheran sta rispettando i termini dell’accordo e non ha molto senso strappare quel patto, dando via libera ai falchi iraniani che vogliono riprendere i piani di costruzione dell’atomica”. Intanto ieri a Roma il ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, e il vice ministro iraniano, Mohammad Khazaee, hanno siglato un intesa che, scrive il Corriere “mette a disposizione delle banche iraniane 5 miliardi di dollari per finanziare l’acquisto di servizi o forniture da parte di imprese italiane per i progetti locali”. Dopo la firma dell’accordo sul nucleare iraniano (siglato da Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina più la Germania e l’Ue), l’Italia ha rilanciato i suoi rapporti con Teheran e “sono state poste le basi per siglare accordi per un valore potenziale di 27 miliardi di euro”. E se Roma fa affari con il regime degli Ayatollah, anche altri Paesi europei non vogliono far saltare l’accordo con Teheran. Tra questi la Gran Bretagna, come riporta La Stampa, con il ministro britannico Boris Johnson che avverte che Londra rispetterà l’intesa: “Noi – ha detto Johnson – pensiamo che l’intesa sia un considerevole risultato diplomatico. Non credo che qualcuno abbia avanzato un’idea migliore. Io ritengo che chi si oppone al Jcpoa abbia la responsabilità di presentare una soluzione più efficace, perché finora non l’abbiamo vista”.

Milano, approvata la mozione antifascista. Approvato dai due terzi dell’aula del Consiglio comunale di Milano (31 voti a favore e due contrari), con la maggioranza di centrosinistra compatta e con il contributo del Movimento 5 Stelle, il provvedimento che invita “a non concedere spazi, patrocini, contributi di qualunque natura a coloro che non garantiscono di rispettare i valori della Costituzione”. “Il via libera – riporta Repubblica Milano – al provvedimento che mira a fermare non solo l’onda di saluti romani che dilaga in città, ma ogni tipo di “fascismo” in senso lato, dalla discriminazione all’omofobia, dal razzismo all’antisemitismo, è arrivato dopo due sedute molto accese, con un centrodestra che le ha tentate tutte per fare ostruzionismo”. “Si tratta di un importante passo avanti per contrastare la sempre più preoccupante deriva xenofoba, razzista e neofascista e di una ferma risposta agli odiosi e vergognosi slogan antisemiti scanditi nel corso della manifestazione svoltasi in piazza Cavour il 9 dicembre scorso che ha offeso i sentimenti democratici di tutti i milanesi”, il commento del presidente dell’Anpi Milano. E riguardo quanto accaduto in piazza Cavour – con slogan antisemiti urlati in arabo durante una manifestazione propalestinese – interviene anche Ruth Shammah, direttrice del Teatro Parenti di Milano, appoggiando la scelta dell’assessore alla Cultura della Comunità ebraica milanese Davide Romano di disertare le iniziative per il 27 gennaio. “II Parenti – spiega Shammah al Corriere Milano – ha sempre celebrato il Giorno della Memoria ma quest’anno non lo farà. Invece, prossimamente racconterò la storia dello Stato di Israele. Perché in questa confusione di antisionismo e antisemitismo bisogna ripartire dai fatti, dalla storia”.

Le Pietre d’inciampo e il ricordo dei Giusti. A Torino torna, per il quarto anno, la posa delle pietre d’inciampo in ricordo dei deportati dal nazifascismo (La Stampa Torino Sette). Il Museo della Resistenza, con la Comunità ebraica di Torino, il Goethe Institut e Aned, curano il progetto, sottolinea La Stampa (le pose sono in programma giovedì 18, dalle 9 alle 11). A Genova invece nascerà una “Associazione nazionale Giusti tra le nazioni”, frutto della volontà dell’avvocato genovese Alessandro Comola – unito da legami familiari a uno dei Giusti, monsignor Carlo Salvi – e delle nipoti di Gino Bartali, racconta il Secolo XIX. “L’idea ha perso forma, – spiega il quotidiano – lo statuto dell’associazione è già pronto e oggi Comola lo presenterà a Noemi Di Segni, presidente dell’Unione ebraica a italiana”. Avvenire racconta invece la storia di Erich Eder, 21 anni, che a Pesaro nel 1944 “protesse Alfredo Sarano, il quale raccontò la vicende in un diario scoperto da Roberto Mazzoli, che ha anche rintracciato i figli dei due, incontratisi ieri sera a Milano”.
 
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  davar
l'iniziativa ucei del 28 gennaio
Run for Mem, a Bologna si corre
anche nel nome di Arpad Weisz

“A sessant’anni dalla morte, si era perduta ogni traccia. Eppure aveva vinto più di tutti nella sua epoca, un’epoca gloriosa del pallone, aveva conquistato scudetti e coppe. Ben più di tecnici tanto acclamati oggi. Sarebbe immaginabile che qualcuno di loro scomparisse di colpo? A lui è successo”.
Matteo Marani descriveva così, nel suo Dallo scudetto ad Auschwitz, la rimozione di cui è stato vittima Arpad Weisz (1896-1944). Uno dei più grandi allenatori di sempre, uno scudetto con l’Inter e due con il Bologna, letteralmente cancellato dalla storia del calcio. Prima con la promulgazione delle Leggi razziste, che nel ’38 lo costrinsero a lasciare la guida della squadra rossoblu. E quindi con la cattura in Olanda, la deportazione, l’annientamento nel lager. C’è voluto il suo libro, frutto di un paziente lavoro di ricerca, per sottrarlo dall’oblio e farne di nuovo un nome sulla bocca dei tifosi. A partire dalla città felsinea, dove una curva dello stadio Dall’Ara porta oggi il suo nome.
La figura di Weisz, dalla traccia profonda lasciata nel pallone al drammatico epilogo ad Auschwitz, sarà centrale nella prossima Run for Mem. E cioè la corsa non agonistica nei luoghi della memoria cittadina organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Bologna. Appuntamento alle 11 del 28 gennaio, con due diversi percorsi. Uno di dodici chilometri, l’altra di cinque. Un’iniziativa che si pone in continuità con la prima edizione, organizzata nel gennaio del 2017 a Roma. Ancora una volta testimonial d’eccezione Shaul Ladany, marciatore israeliano sopravvissuto alla Shoah e all’azione terroristica palestinese ai Giochi olimpici di Monaco. Al suo fianco anche l’ex maratoneta Franca Fiacconi, vincitrice nel 1998 a New York.
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il programma del premier israeliano
Tra India, Stati Uniti e Russia
L'agenda 2018 di Netanyahu

Nerendra Modi, Donald Trump e Vladimir Putin. Sono i tre leader mondiali che il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha in agenda di incontrare nei prossimi mesi. A dirlo, lo stesso Netanyahu nel corso di un forum economico tenutosi a Gerusalemme. Il Premier ha detto di stare pianificando colloqui “con i leader di tre dei principali paesi del mondo”, aggiungendo che si tratta “ovviamente del primo ministro indiano Narendra Modi, del presidente statunitense Donald Trump, con cui mi incontrerò a Washington a marzo o forse anche prima, e certamente con il capo dello Stato russo Vladimir Putin, con cui ho concordato un incontro nelle prossime settimane”. Prima tappa dunque, come già ampiamente annunciato, la visita in India programmata dal 14 al 18 gennaio. Un passaggio importante per Gerusalemme, perché l'economia indiana costituisce un mercato dalle grandi possibilità nonché un alleato a livello internazionale con cui però nelle ultime settimane non sono mancati i problemi: ai primi dell'anno, New Delhi ha annunciato la soppressione di un accordo da 500 milioni di dollari per l'acquisto di missili prodotti in Israele e ancor prima aveva votato a favore della risoluzione Onu di condanna del discorso di Trump sul riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico.
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il progetto stolpersteine
Torino e le pietre della Memoria
Pietre d’inciampo 2018: anche quest’anno Torino accoglie e promuove il progetto Stolpersteine dell’artista tedesco Gunter Demning per ricordare le vittime della deportazione nazista e fascista. Il progetto è stato presentato nella sede del Consiglio Regionale del Piemonte, proprio per sottolineare il coinvolgimento non solo del capoluogo, ma anche di molte località sparse sul territorio, tra cui Alessandria, Novi Ligure e Acqui Terme. In Piemonte quindi tra il 14 e il 18 gennaio verranno posate 37 pietre d’inciampo. A presentare l’iniziativa, promossa tra gli altri dal Consiglio Regionale nella persona di Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione e dalla Città di Torino, tramite l’assessore alla Cultura, Francesca Leon, sono gli enti promotori: il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà; la Comunità Ebraica di Torino, il Goethe Institut Turin e l’ANED sezione Torino. Presenti anche i sindaci di Collegno, di Condove e di Lanzo.

Alice Fubini
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qui venezia - il programma per il 27 gennaio
Anne, il Diario protagonista
Trentanove iniziative che si estendono a tutto il mese di gennaio e oltre, tra convegni, attività didattiche, mostre, proiezioni e rappresentazioni, proponendo diversi tipi di approfondimento, spunti di riflessione e chiavi di lettura e coinvolgendo l’intero territorio comunale, dal Lido di Venezia alla terraferma.
Si presenta così il programma del Giorno della Memoria a Venezia, presentato a Ca’ Farsetti nel corso di una conferenza stampa in cui sono intervenuti, tra gli altri, la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano, la presidente della Commissione Cultura Giorgia Pea, il coordinatore del Tavolo delle Associazioni per il Giorno della Memoria 2018 Paolo Navarro Dina e il direttore dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea Marco Borghi.
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qui vercelli
Salvarsi nell’Italia nazifascista
Affollata presentazione a Vercelli del libro di Liliana Picciotto, Salvarsi. Gli ebrei italiani sfuggiti alla Shoah. 1943-1945, pubblicato da Einaudi. L’incontro, con gli studenti del liceo classico La Grangia e del liceo scientifico A. Avogadro della città, è stato voluto dalla presidente della Comunità ebraica vercellese Rossella Bottini Treves, che da anni collabora con l’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia e con la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano.
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qui roma - Grandangolo si presenta
"Un libro da leggere a scuola”
L’identità ebraica, spiega il rav Benedetto Carucci, oscilla tra una focale molto stretta e una focale molto ampia. Una prospettiva elastica, dove anche chi cerca una piena emancipazione non la trova mai fino in fondo. “Quella dell’identità è la tipica ossessione ebraica e questo libro ha il merito di portarla al centro attraverso un linguaggio e una trama in cui molti possono ritrovarsi. Tra i giovani e non solo”. Il libro di cui si parla è Grandangolo, romanzo di esordio di Simone Somekh. Racconta la storia di un giovane, nato e cresciuto in una comunità molto ortodossa che coltiva la passione per la fotografia. Il richiamo del mondo e la faticosa definizione di un’identità sessuale lo porteranno ad allontanarsi dall’ambiente d’origine, a cercare la libertà e la propria affermazione altrove. Un viaggio costellato di speranze, ma anche di sofferenza e lacerazioni. A cominciare dall’attrazione, insistentemente evocata nel romanzo, fra persone dello stesso sesso, certamente problematica dalla prospettiva dell’ebraismo ortodosso, ma sempre sottaciuta nel corso degli interventi della serata di presentazione tenutasi ieri al Centro Pitigliani di Roma.
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pilpul
Un albero di carrube
Il midrash che narra di “un vecchio che stava piantando un albero di carrube”, a cui accenna nel suo intervento di ieri Giorgio Berruto, citandolo da un libro del teologo di origine ebraica Paolo De Benedetti, è in effetti , nelle sue diverse versioni originali dei testi rabbinici, un racconto molto più complesso, articolato e ricco di contenuti di quanto possa, apparire non solo nella citazione di fonte non ebraica, qui in oggetto, ma anche in altri richiami, anche di parte ebraica che si limitano a riassumere quello che, a prima vista, appare il messaggio principale.
Innanzitutto si deve premettere che, come è proprio del midrash narrativo, il senso più profondo va ricercato non tanto nel significato letterale del racconto, quanto nella comprensione dei messaggi che il testo intende trasmettere, attraverso un insieme di immagini ed episodi a valenza simbolica ed emblematica.


Giuseppe Momigliano, rabbino
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Regole strane
È largamente noto (anche perché è una delle domande più frequenti ai concorsi per l’abilitazione all’insegnamento) che lo scrutinio non è valido se non sono presenti tutti gli insegnanti della classe. È altrettanto noto che chi sciopera non può essere sostituito. Viceversa se un docente è malato lo scrutinio può aver luogo chiamando al suo posto un collega della stessa disciplina. Non è previsto che il docente malato possa partecipare allo scrutinio telefonicamente o via mail: dal punto di vista legale chi è a casa con l’influenza non esiste. Al suo posto, una persona che certamente non insegna in quella classe ha legalmente il diritto (anzi, il dovere) di esprimersi su voti di condotta, promozioni e bocciature di ragazzi di cui quasi sicuramente non sa nulla e di cui - a parte il caso assai improbabile che abbia insegnato in quella classe negli anni precedenti - non conosce neppure i nomi. 

Anna Segre, insegnante
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Segnali di odio
Dopo la manifestazione d'odio avvenuta qualche settimana fa a Milano, a Parigi nell'anniversario della strage dell'Hypercacher alcuni negozi ebraici vengono vandalizzati o dati alle fiamme – tra cui uno di proprietà di un musulmano! -, a Djerba in Tunisia durante le proteste antigovernative di questi giorni vengono attaccate le sinagoghe locali, in West Bank un cittadino israeliano viene assassinato mentre era alla guida della propria auto. Potrei aggiungere altri fatti recenti anche per controbilanciare l'antisemitismo arabo, come per esempio il principale giornale di Puerto Rico, El Nuevo Dìa, il quale asserisce che se gli Usa non hanno aiutato abbastanza la propria colonia dopo le devastazioni dell'uragano Maria è a causa degli ebrei di Wall Street e della politica filo-israeliana di Trump.

Francesco Moises Bassano
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