28 febbraio 2018 - 13 Adar 5778

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 30 Gennaio 2019 - 24 Shevat 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL


alef/tav
Jonathan Sacks,
rabbino
La saggezza è gratuita ma è anche la cosa più costosa che ci sia, perché tendiamo ad acquisirla attraverso il fallimento, la delusione o il dolore. Ecco perché condividiamo la nostra saggezza, in modo che gli altri non paghino il prezzo che abbiamo pagato noi. 
 
Davide
Assael,
ricercatore
Come noto, il 27 gennaio, durante le commemorazioni per il Giorno della memoria, una delegazione di ultranazionalisti polacchi guidata dal già famoso Piotr Rybak si è diretta verso il lager di Auschwitz per ricordare che all’interno del campo sono morti anche cittadini polacchi etc. etc.. Si potrebbe sottolineare quanto tutto ciò rappresenta il clima diffuso nel Paese, dove il governo, come noto, ha recentemente proposto una legge che prevedeva il carcere per chi avesse accostato la Shoah a responsabilità polacche.
 
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Gantz, la sfida
a Netanyahu
Personaggio del giorno, l’ex capo di Stato maggiore d’Israele Benny Gantz, considerato dopo la sua discesa nell’arena politica, il più temibile avversario per il Premier Benjamin Netanyahu alle elezioni del 9 aprile. Gantz è intervenuto per la prima volta pubblicamente ieri, annunciando qualcosa del suo programma e attaccando proprio Netanyahu. “Non potrà più governare se sarà incriminato”, le parole di Gantz ricordate da La Stampa, che sottolinea come il generale punti “ai voti dell’elettorato del Likud a disagio con la svolta conservatrice degli ultimi anni e inquieto per gli scandali che assediano il primo ministro”. Il Corriere sottolinea come “i sondaggi dicono che Gantz possiede il potenziale per insediare Netanyahu (38 punti di gradimento contro i 41 del premier) ma la sua formazione resta per ora a 14 seggi pronosticati, ben oltre la metà di quelli attribuiti al Likud”. Gantz, riporta Repubblica, conferma che cercherà accordi con i vicini “così come fecero il patriota Begin e il patriota Rabin”. Ma Israele dovrà negoziare da una posizione di forza perché “nel Medio Oriente non c’è pietà per i deboli”.

L’Iran non è una minaccia, dice l’intelligence Usa. Il direttore della National Intelligence Usa Dan Coats ha affermato che l’Iran non sta “conducendo in questo momento alcuna attività per sviluppare l’arma atomica” mentre la Corea del Nord difficilmente “rinuncerà alle sue testate nucleari”. “È un doppio colpo a Donald Trump – scrive La Stampa – che a giugno, dopo l’incontro con Kim Jong-un a Singapore, aveva detto che Pyongyang non era più ‘una minaccia nucleare’ e aveva puntato invece i riflettori su Teheran, accusata di voler continuare di nascosto il suo programma, nonostante l’intesa firmata nel 2015 con gli Usa e l’Europa”. Sulla Nord Corea, Gina Haspel, direttrice della Cia, nominata dallo stesso Trump, ha aggiunto: “I nordcoreani sono impegnati a sviluppare un missile con testata nucleare a lungo raggio che sarebbe una minaccia diretta agli Usa”, scrive il Corriere, spiegando che i report dell’intelligence contraddicono il presidente Usa anche sulla questione Isis ovvero affermando che non è stato debellato e continua a costituire una minaccia.

Memoria. “Se qualcuno poteva fare finta di non sapere, oggi ha meno alibi di ieri. Questo rende ancora più violento e insopportabile il negazionismo. E ancora più oltraggioso l’antisemitismo, le svastiche, il razzismo da stadio, la spensieratezza farabutta con la quale qualcuno ancora gioca politicamente con i simboli del nazifascismo, che sono i simboli della deportazione e della morte”, la riflessione di Michele Serra nella sua amaca di oggi (Repubblica). A proposito di Memoria, Furio Colombo risponde sul Corriere a un lettore con un’idea un po’ distorta del Giorno della Memoria. Repubblica Torino intervista invece Ute Lemper, che con Songs of eternity porta a Torino e Cuneo le melodie composte nei ghetti e Lager nazifascisti.

Sea Watch, storia senza fine. “Sì all’assistenza, no allo sbarco” della Sea Watch. La Corte di Strasburgo ha chiesto all’Italia di “prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua”. La Corte non ha però accolto la richiesta dell’ong di ordinare all’Italia lo sbarco (Repubblica). La politica italiana è divisa e il Corriere Bologna riporta il dibattito nato attorno alle parole di Alessandra Carbonaro, deputata Cinque Stelle che cita Primo Levi sui social per chiedere che si faccia sbarcare la nave: “Considerate se questo è un uomo. Fate scendere questi esseri umani”, scrive Carbonaro.

Roma, sgomberare i neofascisti di CasaPound. L’assemblea capitolina ha avviato l’iter per mettere fine all’occupazione da parte di CasaPound di uno stabile della città. Ad innescare il provvedimento, una mozione del Pd, approvata in aula a maggioranza con l’appoggio del Movimento Cinque Stelle. Si chiede al sindaco Raggi di “intervenire presso il ministero degli Interni, il prefetto e il questore” affinché lo stabile sia immediatamente sgomberato. Secondo il Corriere il ministro degli Interni Matteo Salvini frena sullo sgombero, affermando che il palazzo occupato da CasaPound non è tra le priorità al momento. A incalzare il leader della Lega, Roberta Lombardi, consigliera M5S alla Regione Lazio, “Ti presenterai anche lì con la ruspa?”.
 
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  davar
l'analisi dei quotidiani israeliani
Gantz, lo sfidante di Netanyahu
L'ex capo di Stato Maggiore Benny Gantz ha parlato ufficialmente per la prima volta in pubblico a distanza di settimane dalla sua candidatura con Hosen LeYisrael, il suo partito. Lo ha fatto da Tel Aviv presentando a grandi linee il suo programma e il suo alleato alle elezioni del 9 aprile, Moshe Yaalon, anch'egli ex capo di Stato Maggiore e già ministro della Difesa del governo di Benjamin Netanyahu. Gantz è presentato sui quotidiani israeliani come l'alternativa e principale sfidante del Premier Benjamin Netanyahu. L'ex generale – stando ai sondaggi – dovrà però lavorare molto in questi mesi per guadagnarsi la fiducia degli elettori e poter davvero insidiare Netanyahu. Intanto sul popolare quotidiano Yedioth Ahronoth, Sima Kadmon valuta positivamente il discorso di Gantz: “C'era qualcosa che non sentivamo da un po' di tempo nel discorso di Gantz. C'era una buona atmosfera. Dopo lunghe settimane di discorsi avvelenati, cinici e senza speranza, ieri sera ci è stato ricordato come le cose possono apparire e suonare in modo diverso”, l'opinione di Kadmon. “L'alternativa è salita sul palco del Tel Aviv Convention Center, ha guardato Benjamin Netanyahu negli occhi e non ha abbassato lo sguardo. Per la prima volta in un decennio, l'opposizione ha qualcuno con autorità ed esperienza militare – il tema che finora ha dato a Netanyahu un vantaggio decisivo rispetto ai suoi rivali - per candidarsi contro il primo ministro”, scrive il direttore di Haaretz Aluf Benn. C'è chi fa paragoni con altri politici, come Nahum Barnea, secondo cui Gantz ricorderebbe per carisma Bill Clinton. “Gantz non ha presentato alcun programma vero e proprio. Questo è un discorso politico pieno di slogan in opposizione a Netanyahu. Tutti hanno potuto sentirci quello che volevano”, il giudizio di Seffi Ovadia, del canale 13, che tocca l'elemento effettivamente debole del discorso del l'ex generale, la vaghezza.
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qui milano
Israele, Legge e identità ebraica
Un dibattito che continua

Recentemente in Israele si è tornati a parlare della Legge fondamentale sullo Stato-nazione approvata dalla Knesset la scorsa estate perché uno dei candidati alle elezioni del 9 aprile, l'ex generale Benny Gantz, ha promesso alla comunità drusa che si sarebbe impegnato a modificarla. La discussa norma, che ha generato un dibattito interno ed internazionale, rimane quindi di attualità e per capirne meglio i risvolti, a Milano se ne è discusso con un panel di autorevoli esperti. Comunità ebraica e Bené Berith hanno infatti organizzato un incontro che ha visto protagonisti il demografo  Sergio Della Pergola, il giurista Giorgio Sacerdoti e il ricercatore Davide Assael (che ha curato il numero di Limes di settembre dedicato proprio al tema della Legge sulla nazione ebraica), moderati dall'avvocato Daniel Hazan. Tanti gli spunti di riflessione emersi durate la serata con analisi politiche, giuridiche e filosofiche legate all'effetto della nuova norma su Israele e sulla diaspora.
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ari - ucei
Prodotti casher, lista aggiornata
Nuovo aggiornamento per la lista dei prodotti casher stilata dall’Assemblea Rabbinica Italiana in raccordo con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con il coordinamento dell’assessore UCEI alla Casherut Jacqueline Fellus.
Dalle bevande agli alimentari. Tre le categorie di prodotti vagliati: quelli che godono di un hechshèr ortodosso e in corso di validità; prodotti di aziende che pur non riportando l’hechshèr sulla confezione, sono stati attentamente verificati; infine quei prodotti, per lo più provenienti dall’estero, che compaiono nelle liste dei rabbinati locali.
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TESSERA ROSSA CON IL PROGETTO MEIS-UCEI 
Mazal Tov Daniela
Tesserino rosso da giornalista professionista per Daniela Modonesi, che  ha superato l'esame di abilitazione professionale e conquista  l'iscrizione all'Albo dei giornalisti professionisti italiani dopo aver  svolto il proprio praticantato giornalistico nell'ambito della redazione  giornalistica dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Daniela è  impegnata nella struttura del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e la sua esperienza professionale si è sviluppata anche grazie al progetto di collaborazione fra MEIS e redazione giornalistica UCEI. Ferrarese, laureata in Scienze della comunicazione all’Università di Bologna, una solida esperienza alle spalle nella comunicazione delle istituzioni pubbliche, a Daniela un grande Mazal Tov da tutta la redazione per questa nuova conquista professionale.

(Nell'immagine, Daniela Modonesi, a destra, a fianco del presidente del Meis Dario Disegni, della direttrice del Museo Simonetta Della Seta e del direttore della redazione UCEI Guido Vitale).


qui livorno
Due tesi per la Memoria viva
Il valore e il significato della Memoria nella società di oggi. La difesa contro le strumentalizzazioni. Il passaggio del ricordo tra generazioni. Sono temi che due studentesse dell’Università degli studi di Firenze, guidate dalla professoressa Silvia Guetta, hanno sviluppato in altrettante tesi di laurea presentate negli scorsi giorni alla Prefettura di Livorno, nel corso di un evento cui ha preso parte anche il presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri.
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qui padova
L’orrore nella quotidianità
“Nessuno disse nulla”. L’orrore e i silenzi della Shoah sono stati al centro dello spettacolo, tra teatro e musica, tenutosi ieri al Teatro Verdi di Padova, promosso assieme all’amministrazione cittadina. Assieme al rabbino capo rav Adolfo Locci e ai Shirè Miqdash, la formazione musicale di cui è il fondatore, ad esibirsi sono stati anche i maestri e gli allievi del Conservatorio Pollini, con la direzione artistica di Salvatore Baronilli. La scelta dei testi e la regia teatrale sono stati invece curati da Daniele Nigris, della locale Università degli studi.
Un percorso che andava dalle Leggi razziste promulgate dal fascismo nel ’38 allo sterminio, con la recitazione di brani, tra gli altri, di Levi, Celan, Sahl, Wieseltier a fondersi con musiche klezmer e canti della tradizione liturgica ebraica.
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qui livorno - segnalibro
Un piccolo grande uomo
Intensa presentazione nella sede livornese della Comunità di Sant'Egidio del volume di Daniela Sarfatti, edito da Belforte, dal titolo Un piccolo grande uomo – microstoria familiare nella tempesta della Shoah.
Come spiega la quarta di copertina del volume, significativamente pubblicato in questo mese stesso, “l’autrice di questo breve scritto è anche in parte la protagonista degli eventi che qui si narrano”.
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qui casale monferrato
Memoria, opinioni a confronto
Noemi Di Segni e Carla Nespolo. Un’intervista doppia ma fatta in due tempi, separatamente, nel Giorno della Memoria, a Casale Monferrato. Ne emergono punti di vista diversi, ugualmente forti, strutturati. Che donano luce e prospettive diverse agli stessi temi, ma che hanno anche delle similitudini profonde. Su tutte l’importanza della verità storica, della conoscenza, il forte senso delle istituzioni e del dibattito democratico, e infine l’incondizionata fiducia verso il futuro, verso i giovani, verso i cittadini del domani.
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pilpul
Ticketless - Il figlio del Rabbino
Leggo in ritardo la eccellente monografia che Massimiliano Boni ha dedicato lo scorso anno a Lodovico Mortara (Il figlio del Rabbino. L. Mortara, storia di un ebreo ai vertici del Regno d’Italia, Viella ed.). È la biografia di un grande vecchio dell’ebraismo, un personaggio che va avvicinato a Alessandro D’Ancona, Tullo Massarani, Alberto Cantoni. Avvocato, docente universitario, magistrato, infine nel primo governo Nitti ministro Guardasigilli. Soprattutto “figlio” del grande rabbino di Mantova, Marco Mortara.
Boni ci restituisce un profilo completo, ma non trascura di ricordare il ruolo cruciale di Mortara nella storia degli Ebrei italiani. In particolare il ruolo scomodo che si trovò a ricoprire nel controverso capitolo fiorentino-sionista del Comune ebraico.


Alberto Cavaglion
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Periscopio - Fede e Shoah
Tra le tante domande che, periodicamente, si ripropongono in occasione del Giorno della Memoria, riemerge sempre, rinnovando un antico sgomento, quella del rapporto tra fede e Shoah. Come è possibile conciliare l'inenarrabile esperienza di ciò che è stato con la fiducia in un Dio potente, giusto e misericordioso? "C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio", ha scritto Primo Levi. Ma Elie Wiesel ha aggiunto: "Non posso concepire Auschwitz pensando che Dio esista, ma neanche pensando che non esista". Il Dio che salva il suo popolo dall'Egitto, indicando col braccio disteso la strada della libertà e della redenzione, vede svanire la sua immagine, spazzata via come un castello di sabbia da una tempesta. Ma ciò che è accaduto pare anche inconcepibile senza l'intervento di forze arcane e sovrumane, capaci di stravolgere qualsiasi legge di natura, di disintegrare l'intero universo.

Francesco Lucrezi, storico
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