Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     13 Gennaio 2021 - 29 Tevet 5781
DAFDAF GENNAIO 2021

Ascoltare i bambini, oggi come ieri

Aiutare i bambini non può limitarsi a placare la loro fame. Ho parlato tanto con loro e vi dico che molti sono distrutti, perché hanno perso ogni sicurezza e la fiducia negli altri e nel futuro. Vorrei provare a rammendare anche gli strappi delle loro vite”.
Non è in realtà un riferimento diretto all’attualità, nonostante le apparenze, la frase con cui si apre la prima rubrica del numero 121 di DafDaf, attualmente in distribuzione, ma una citazione da Pane e ciliegie, il libro di Anna Sarfatti recentemente pubblicato da Mondadori. Racconta la storia di Israel Kalk, un ebreo lituano nato nel 1904 nel villaggio di Pikeli. Il padre commerciante, la madre figlia di un rabbino, Israel si traferisce a Milano all’inizio degli Anni Venti del secolo scorso. Grazie al sostegno di uno zio studia ingegneria, e tutto pare procedere bene sino all’arrivo delle leggi razziste, promulgate dal fascismo nel 1938. Grazie alla sua storia – già da piccolo ha conosciuto sia l’emarginazione che il valore di una mano tesa in soccorso – fonda la “Mensa dei Bambini”. Uno spazio dove studiare e soprattutto ritrovare una sorta di normalità, per i bambini figli di stranieri in fuga da Germania e Austria.


E oggi come allora, pur in una situazione ovviamente molto meno drammatica, ascoltare i bambini, parlare con loro è fondamentale.
E il valore dell’ascolto, dell’attenzione è rimarcato da Luisa Valenti, che oltre ad essere l’autrice come sempre della copertina di DafDaf, per il giornale ebraico dei bambini propone una riflessione sull’esercizio quotidiano e sulla sua importanza, a partire dai… pop corn, gli stessi che compaiono in copertina. Tra una citazione di Leo Lionni e una frase di Plinio il vecchio ecco che, nella rubrica della SCC, la Strega Comanda Color, spiega che “basta un popcorn al giorno per sconfiggere la noia, se vi piace disegnare”.

Ada Treves twitter @ada3ves

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IL DOSSIER "ITINERARI" SU PAGINE EBRAICHE DI GENNAIO 

Giuseppe Jona, il medico eroe amico dei poveri

Nel dossier “Itinerari” su Pagine Ebraiche di gennaio in distribuzione abbiamo scelto di proporvi sei percorsi di consapevolezza in altrettanti grandi centri, sulle tracce di personaggi che hanno ancora molto da raccontarci. Un viaggio nei luoghi e tra ideali e valori che non hanno perso d'attualità. Il terzo appuntamento è con Venezia e la storia di Giuseppe Jona. 

Di Giuseppe Jona, il presidente della Comunità ebraica veneziana suicidatosi nel ‘43 per non consegnare il registro contenente l’elenco degli iscritti ai nazisti, si è soliti ricordare solo questo ultimo drammatico gesto. Quando Jona si tolse la vita, pochi giorni dopo l’inizio dell’occupazione tedesca, aveva 76 anni. Alle spalle una lunga carriera di medico e protagonista a tutto campo della sua città. Un lungo impegno che talvolta rimane in ombra e che è invece essenziale recuperare fino in fondo per cogliere tutte le sfumature della sua immensa umanità. E il riverbero lasciato dalle sue azioni. Medico di fama e illustre scienziato, Jona legò il suo nome alla fondazione di un ambulatorio gratuito per tutti i poveri di Venezia tanto da guadagnarsi, per l’appunto, l’appellativo di ‘medico dei poveri’. Una tra le molte iniziative assunte per il bene della collettività, in modo sempre generoso e appassionato. Non tutti, in quelle ore terribili, dimenticarono.

“Non poté avere funerali pubblici ha scritto recentemente su queste pagine la storica Anna Foa ma i suoi colleghi si radunarono in silenzio nel cortile dell’Ospedale e i gondolieri che aveva curato gratuitamente sfilarono sempre in silenzio nei canali. Questo era l’uomo che si tolse la vita pochi giorni dopo l’occupazione, mentre ancora tanti, nel mondo ebraico, speravano che nulla sarebbe successo qui in Italia”. A tracciare un itinerario è Federica Ruspio, archivista il cui primo incarico è stato presso l’archivio comunitario Renato Maestro. “Il primo amore non si scorda mai”, scherza la studiosa.

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L'INTERVENTO DEL DIRETTORE DELLA BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI ROMA

"Censimento dei libri ebraici, sfida appassionante"

Dopo un’iniziale fase pilota, il progetto di censimento digitale di circa 35mila volumi a tema ebraico “Y-TAL-YA Books, frutto di una collaborazione tra l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l’ente a capo dell’iniziativa, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la Biblioteca Nazionale di Israele e la Rothschild Foundation, ha preso ufficialmente il via la scorsa estate. Obiettivo: realizzare un database bilingue, in italiano e in ebraico, che permetta di coprire l’intero arco che va dalle origini della stampa fino agli Anni Sessanta del secolo scorso. Quattordici le comunità ebraiche e venticinque le istituzioni statali oggetto della ricognizione. 
Un progetto di portata storica sul quale si sofferma in un saggio Andrea De Pasquale, direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma nonché membro del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia.
“È da sempre auspicata e sollecitata la realizzazione di un censimento che permetta di avere contezza del patrimonio bibliografico ebraico italiano a stampa attualmente esistente presso le comunità e le istituzioni culturali, dopo le dispersioni e le distruzioni subite nell’ultimo conflitto bellico” scrive su DigItalia web, rivista del digitale nei beni culturali.
Fino ad oggi, ricorda De Pasquale, “tutti i tentativi si sono arenati sul nascere”. Anche nelle biblioteche statali, molte delle quali detengono importanti fondi ebraici, “i progetti di censimento si sono limitati agli istituti tradizionalmente più noti e per lo più ai fondi manoscritti, tralasciando generalmente i libri posteriori al XVII secolo”. 

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 L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE UCEI

"Yad Vashem un punto di riferimento"

Una controversa operazione editoriale, annunciata con enfasi e rilievo sul più importante quotidiano nazionale, sembra voler gettare un’ombra sull’operato dello Yad Vashem. L’accusa è molto grave: le prove sulle azioni a soccorso degli ebrei perseguitati compiute durante la guerra da Gino Bartali, il leggendario ciclista fiorentino che dal 2013 è un “Giusto tra le Nazioni”, sarebbero inconsistenti. L’intera storia di salvezza un’invenzione.
Chi ha più competenze di chi scrive per rispondere nel merito di queste insinuazioni ha già risposto prontamente, smontando questo impianto d’accusa in modo molto chiaro.
Due ulteriori precisazioni. Lo Yad Vashem gode, per l’UCEI, della massima fiducia. Sui temi oggetto di indagine e studio è la nostra autorità di riferimento.
Nel titolo del saggio in uscita si allude a un concetto quantomai fuorviante: “L’ossessione della Memoria”. Spiace davvero questo titolo ad effetto.
La Memoria è vita, la Memoria è futuro. È chi la nega a costituire piuttosto un pericolo e una ossessione di paura e terrore che il passato ritorni. I fatti di tutti i giorni purtroppo ce lo dimostrano ampiamente.

Noemi Di Segni, Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

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Ticketless - Tagore a Nonantola
La prima buona notizia del 2021 viene dalla Sovrintendenza per i Beni Archivistici e Bibliografici della Regione Emilia-Romagna: è terminato il lavoro di restauro dei 96 libri dei ragazzi di Villa Emma. Ricordo quando si diffuse la notizia del ritrovamento, nel solaio di una casa di Nonantola nel 2002. Li aveva salvati una maestra elementare. La biblioteca di minori in fuga e non accompagnati potrà essere una risorsa per il nostro presente.
 
Alberto Cavaglion
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Un nuovo Medio Oriente
Il 29 dicembre scorso Ugo Volli, la cui competenza nell’interpretare il Medio Oriente è fuori discussione, ha pubblicato una interessante analisi sui tre stadi della strategia araba nel suo confronto prima con il movimento sionista e poi con lo Stato di Israele.
Anselmo Calò
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Periscopio - Il limite da non superare
Credo che l’esito della parabola di Trump debba soprattutto indurre a riflettere su cosa significhi, per chi occupi posizioni di responsabilità, l’assenza di limite.
Francesco Lucrezi
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Musicisti a Shanghai
Dal 1937 al 1941 – soprattutto dopo la Kristallnacht – 24mila ebrei prevalentemente residenti nel Reich e nell’Austria annessa trovarono rifugio a Shanghai, città franca in territorio amministrato dalla Repubblica di Nanchino.
Francesco Lotoro
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