Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     4 Giugno 2021 - 24 Sivan 5781
L'INCONTRO A PALAZZO CHIGI 

Lauder e Di Segni a confronto con Draghi
"Lotta all'antisemitismo una priorità"

Nella simbolica data del 4 giugno, il giorno in cui Roma festeggia la liberazione dal nazifascismo, proficuo incontro a Palazzo Chigi tra il Primo ministro Mario Draghi, il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder e la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. 
Piena sintonia, con il Premier, sull'urgenza di un impegno forte e coeso contro l'antisemitismo. Una minaccia che, è stato ricordato durante l'incontro, presenta diversi volti e sfumature. Come quello di chi, all'estrema sinistra, sostiene il boicottaggio di Israele e attraverso una distorsione della realtà promuove istanze che negano allo Stato ebraico il diritto ad esistere e difendersi. O come quello che arriva dall'estrema destra, all'insegna di una radicalizzazione crescente che suscita preoccupazione e la speranza, espressa al Presidente Draghi, di una presa di coscienza degli ambienti giuridici affinché la libertà di parola non si trasformi, con grave pericolo per tutti i cittadini, in libertà di odiare. Fronti entrambi inquietanti e che sono oggetto d'approfondimento anche della definizione operativa di antisemitismo dell'International Holocaust Remembrance Alliance, portata come modello e punto di partenza per ogni efficace iniziativa di contrasto. 
Nell'ambito di una progettualità specificamente dedicata al rilancio turistico del Paese, Lauder ha inoltre sottolineato l'importanza di investire sugli itinerari a tema ebraico. Un modo anch'esso per favorire il dialogo, il confronto e la lotta al pregiudizio. 
Presenti all'incontro anche Maram Stern, vicepresidente esecutivo del World Jewish Congress, e l'ambasciatore Luigi Mattiolo, Consigliere diplomatico del Primo ministro. L'Italia, riferisce il suo staff in una nota, è il primo Paese europeo visitato da Lauder dall'inizio dell'emergenza sanitaria. 

(Nell'immagine Ronald Lauder e Noemi Di Segni)

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LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE CON IL SOSTEGNO UCEI 

“Sarah Halimi, una vita per l'educazione"

Tutta la vita di Sarah Halimi – prima che nell’aprile del 2017 fosse brutalmente spezzata dal suo vicino di casa islamico, il maliano Kobili Traoré – è stata dedicata all’educazione. Ad indicare ai giovani una via maestra nel segno dell’identità, dello studio, della consapevolezza. Da qui la scelta del figlio Yonathan di intitolarle un nuovo progetto, proprio in questo ambito. Una campagna che, se raggiungerà gli scopi prefissi, porterà alla realizzazione di un centro comunitario a suo nome, nella zona di Haifa, per aiutare l’integrazione degli ebrei francesi in Israele.
“In questi anni mi son chiesto più volte quale fosse il modo migliore per onorare la memoria di mia madre. Adesso ho la risposta. Un luogo in cui incontrarsi, confrontarsi, crescere anche ebraicamente”, ha raccontato di recente a Pagine Ebraiche. La campagna Ohel Sarah (Tenda di Sarah) si concentrerà in particolare nei giorni 6, 7 e 8 giugno: con l’occasione sarà possibile effettuare donazioni per favorire la costruzione stessa del centro, l’acquisto di un Sefer Torah, lo sviluppo di attività socio-educative.


L’iniziativa conta sul pieno supporto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La Presidente UCEI Noemi Di Segni, più volte confrontatasi con il figlio, ha rappresentato alla famiglia Halimi il sostegno e la vicinanza degli ebrei italiani. Sia nella specifica campagna al via domenica, sia nello sforzo di illuminare le coscienze sull’abominio giuridico compiuto in Francia, con la Corte di cassazione che in aprile ha sentenziato la non punibilità dell’assassino perché ritenuto incapace di intendere e volere al momento dell’omicidio. A tal fine, tra le ipotesi in campo, quella di organizzare un convegno con il coinvolgimento di autorevoli giuristi italiani e francesi.
Da quella sentenza in poi migliaia di persone hanno gridato la propria indignazione in Francia, in Europa, nel mondo. Un segnale importante, a tutti i livelli. “Ogni iniziativa, ogni parola di vicinanza, è per noi un conforto. Ci aiuta ad andare avanti. Grazie anche a Pagine Ebraiche – sottolinea Yonathan – per l’aiuto che ci ha dato a far arrivare la nostra voce anche in Italia”.

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LA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA RICORDA LA LIBERAZIONE

4 Giugno 1944, la fine dell'incubo
"Forza di allora ci ha dato un futuro"

“Avresti dovuto vedere l’espressione di incredula felicità sui volti della gente: che spettacolo quando la sinagoga è stata riaperta al pubblico e le preghiere di ringraziamento si sono levate nel cielo. Sono stato persino invitato a dare una berachà. Molta gente si fermava e mi ringraziava. Se il Signore mi proteggerà in futuro come ha fatto in passato avrò abbastanza di cui essergli grato”.
Charles Aaron Golub, il soldato americano che ruppe i sigilli al Tempio maggiore di Roma nella città appena liberata dai nazifascisti, scriverà questi pensieri, molti anni dopo, in una lettera alla moglie. Il ricordo di una giornata indimenticabile. E di una tappa fondamentale nel ritorno verso la vita e la normalità. Era il 4 giugno del 1944, l’inizio di una nuova era.
A quelle ore di ripartenza, nel giorno dell’anniversario, è andato il pensiero della presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello in un messaggio diffuso via social in cui ha celebrato “la forza e la caparbietà con cui la Comunità ha ricostruito la sua vita dopo la guerra e la Shoah”. Per Dureghello, assieme alla guida dei rabbini Elio Toaff e David Prato, le basi cui “dobbiamo il nostro presente e il nostro futuro”.

(Nell'immagine la targa in ricordo di Charles Aaron Golub al Tempio Maggiore)

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LA SERATA CONCLUSIVA DEL PREMIO LETTERARIO ADEI WIZO 

"Cultura e conoscenza la strada giusta"

“Anni fa intervistai un docente universitario che veniva da Mosca. Mi rivelò che nella sua terra natale lui sentiva il richiamo della Terra d’Israele dove poi effettivamente si trasferì a vivere. In Israele però si rese conto che gli mancava Mosca. Gli chiesi quindi dove si sentisse realmente a casa e la sua risposta fu: ‘in aereo’”. Con questo ricordo Franco Di Mare, che ha moderato la XXI edizione del Premio Letterario Adelina della Pergola, ha trovato un filo conduttore tra i tre libri vincitori di quest’anno che pongono al centro il tema del’identità e dell’amore per Israele. La cerimonia di premiazione dei vincitori, che si è svolta ieri online, ha visto la partecipazione di rappresentanze dell’ambasciata di Israele in Italia, della Consulta Femminile di Milano e – in collegamento da Israele – di Esther Mor, la Presidente mondiale della Wizo.

(Nell’immagine Santiago H. Amigorena, vincitore del premio principale)

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LA MOSTRA A CASALE MONFERRATO PER IL CENTENARIO 

Luzzati, l'identità e l'immaginario universale

Cento anni fa nasceva a Genova Emanuele Luzzati. Per celebrare questo importante anniversario la Comunità ebraica di Casale Monferrato ha scelto di dedicare al grande illustratore e scenografo una mostra, “Emanuele Luzzati – Un immaginario di respiro universale”, che sarà inaugurata domenica pomeriggio in Sala Carmi.
Per la Comunità ebraica monferrina Luzzati, viene sottolineato, era un amico “che si vedeva spesso nel tempio e nelle sale dietro la porta di vicolo Salomone Olper”. Un affetto ricambiato “perché Lele ha lasciato alla Comunità un vasto patrimonio di opere a carattere ebraico, tutte caratterizzate dal suo stile poetico e dal peculiare uso dei materiali che rende distintiva ogni sua creazione”. 
Luzzati ha realizzato uno dei Parochet che decorano l’Aron della sinagoga, dove sono custoditi i rotoli della legge. Un’opera inconfondibile con il suo colore blu acceso e mille altre tonalità che spiccano nell’oro della sala. 

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SORGENTE DI VITA

Herzog, l'undicesimo Presidente

Si apre con un servizio sull’elezione del nuovo Presidente di Israele Isaac Herzog la puntata di Sorgente di Vita in onda su Rai Due domenica 6 giugno.
Eletto con un’ampia maggioranza, già parlamentare e ministro in diverse legislature con il partito laburista, il nuovo Presidente è figlio di Chaim Herzog, a sua volta capo dello Stato di Israele dal 1983 al 1993. L’elezione è avvenuta in un momento di forte incertezza politica, nei giorni dell’intesa tra Naftali Bennet e Yair Lapid per guidare una coalizione che include quasi tutti i partiti dell’arco parlamentare escluso il Likud, ma in un quadro che rimane molto fluido. Il ruolo di garanzia della figura del Presidente nell’intervista allo storico Claudio Vercelli.

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Poesia politica
Chi governa la Danimarca e emana norme come quella approvata ieri e destinata “gestire” i processi di riconoscimento dello status di rifugiati degli immigrati (clicca qui) non ha mai visitato New York. Se l’avesse fatto avrebbe scoperto, visitando la Statua della Libertà, che esiste una poesia sublime e illuminante, forte come la politica giusta che rappresenta. La scrisse una giovane poetessa ebrea, Emma Lazarus, una che con la stessa energia andava cantando i drammi degli ebrei perseguitati nei pogrom in Russia.
Gadi Luzzatto Voghera
Il pianto del popolo
“E tutta la congrega alzò la voce e il popolo pianse in quella notte” (Bemidbàr 14;1).
Nella parashà che leggeremo questo Shabbat si narra l’episodio drammatico dei dodici esploratori, che tornando dalla visita in Israele la descrivono come un luogo abitato da giganti ed un Paese inespugnabile. Al sentire quelle parole, il popolo perde la fiducia in D-o, alzando la voce contro Moshè e piangendo.
Rav Alberto Sermoneta
L'identità del Messia
Il Messia sarà di destra o di sinistra? O sarà in grado di farle convivere come nell’attuale governo italiano e in quello israeliano che sta nascendo?
Forse a questa domanda potrà rispondere solo lui (ma dev’essere per forza un lui?) quando arriverà. Ma la domanda in sé non è oziosa come quelle su come classificare il mare e la montagna, oppure (come cantava Giorgio Gaber) la minestrina e il minestrone: i movimenti messianici agiscono nella storia e quindi assumono una ben precisa dimensione politica, che può variare molto a seconda dei contesti, ed è quindi logico analizzarla.
Anna Segre
Il sostegno ad Israele
Negli ultimi anni stare dalla parte di Israele per alcuni, tra cui vari leader della destra europea, ha anche significato in sostanza appoggiare Benjamin Netanyahu e la sua linea di governo. Del resto gli ultimi decenni sono stati segnati, escluso qualche breve intervallo, dalla sua presidenza. Coloro che al contrario sostenevano le istanze dell’opposizione a Bibi, ovvero della sinistra israeliana ma non solo, hanno ricevuto talvolta dagli stessi accuse di ogni tipo, tra cui quella di “tradimento” o di non essere comunque rispettosi della volontà elettorale del popolo d’Israele.
 
Francesco Moises Bassano
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