Premio letterario Adei Wizo,
la serata con i vincitori:
“Cultura e conoscenza la strada giusta”

“Anni fa intervistai un docente universitario che veniva da Mosca. Mi rivelò che nella sua terra natale lui sentiva il richiamo della Terra d’Israele dove poi effettivamente si trasferì a vivere. In Israele però si rese conto che gli mancava Mosca. Gli chiesi quindi dove si sentisse realmente a casa e la sua risposta fu: ‘in aereo’”.
Con questo ricordo Franco Di Mare, che ha moderato la XXI edizione del Premio Letterario Adelina della Pergola, ha trovato un filo conduttore tra i tre libri vincitori di quest’anno che pongono al centro il tema del’identità e dell’amore per Israele. La cerimonia di premiazione dei vincitori, che si è svolta ieri online, ha visto la partecipazione di rappresentanze dell’ambasciata di Israele in Italia, della Consulta Femminile di Milano e – in collegamento da Israele – di Esther Mor, la Presidente mondiale della Wizo.
“Ringrazio la Presidente Adei Wizo Susanna Sciaky – ha dichiarato quest’ultima – per l’impegno nel portare avanti il Premio Letterario che nonostante le difficoltà dovute alla pandemia anche quest’anno si è svolto con successo”. Presente anche la Presidente UCEI Noemi di Segni, che ha sottolineato di essere orgogliosa come ente patrocinante di proseguire la collaborazione. “Dopo un anno dall’inizio della pandemia che ci ha costretto al lungo in casa – ha sottolineato – molti si chiedono se in Italia si legga di più o di meno rispetto a prima… lasciamo questo interrogativo ad altri, ma è certo che il Premio Adelina della Pergola diffonde cultura ed ha impegnato tanti lettori giovani e meno giovani a leggere tutti i libri in concorso. Il valore di iniziative come questa è dunque quello di promuovere la lettura e, come emerge dai temi dei libri che premiamo oggi, di portare al centro dell’attenzione il rifiuto dell’antisemitismo e la promozione della letteratura israeliana”.
Non potevano mancare Sergio e Mara della Pergola, figli di Adelina in collegamento rispettivamente da Israele e da Milano, che ogni anno puntualmente seguono la cerimonia di premiazione.
“Siamo sempre commossi e siamo alla XXI edizione – ha dichiarato Sergio della Pergola, Professore emerito dell’Università ebraica di Gerusalemme – non so se nostra madre immaginava che il Premio sarebbe stato così duraturo nel tempo, ma sicuramente quando lo ha ideato pensava che sarebbe stato il mezzo per diffondere la cultura ebraica. Abbiamo avuto un orribile 2020 a causa della pandemia e nel 2021 si sono aggiunti rigurgiti di antisemitismo e il vergognoso attacco missilistico ad Israele. Abbiamo ascoltato belle parole e consigli di ragionevolezza da parte degli osservatori, ma ci sono le responsabilità di coloro che non hanno voluto debellare questo mostro della guerra contro lo Stato di Israele. Provo quindi una forte delusione ma anche la consapevolezza che abbiamo strumenti forti come la cultura, e la letteratura in particolare è un insegnamento e uno strumento potente per aprire le menti. Iniziamo la nostra settimana in Israele con relativo ottimismo: abbiamo eletto il Presidente ieri e abbiamo un governo arcobaleno.”
La presidente nazionale Sciaky ha sottolineato il ruolo della Adei Wizo nel contrasto all’antisemitismo e ha ringraziato la presidente della Giuria Sira Fatucci e chi nell’associazione si è distinto per la buona riuscita dell’evento come Miriam Rebhun e Ines Marach.
“Siamo consapevoli di essere sulla strada giusta – ha dichiarato Sciaky- perché la parte del Premio dedicata ai giovani si intreccia con la mission della Adei Wizo che è quella di educare alla conoscenza della cultura ebraica. Questo è il nostro metodo per combattere i rigurgiti di antisemitismo”.
La Giuria della XXI Edizione del Premio Adelina Della Pergola ha premiato i tre i libri con le seguenti motivazioni:
Premio Adei Wizo: Il ghetto interiore, Santiago H. Amigorena, Neri Pozza, 2020 : Il libro è la storia del nonno Vicente Rosenberg, in fuga da Varsavia, alla fine degli anni’20, da una forma di appartenenza all’ebraismo, non tanto come fede, ma come destino. Emigrato a Buenos Aires, diventa un argentino a tutto tondo. Balla il tango, lavora, si sposa. Gli eventi che accompagnano la Seconda guerra mondiale lo trovano impreparato e solo troppo tardi ne prende atto. La madre, la famiglia tutta, è scomparsa nella Shoah. Il dolore e il senso di colpa lo trasformano. Una sorta di ghetto interiore lo grava come un macigno. Lo zittisce. Da tale sorte l’autore, esule politico in Francia, non è del tutto immune. Essere scrittore, sceneggiatore, attore, non sono forse la ricerca di un modo per essere altro da sé?
Premio Ragazzi: Una voce sottile, Marco Di Porto, Giuntina,2020 : Di Porto ricostruisce la storia di suo nonno, Salomone Galante, e descrive la vita del giovane ebreo rodiota nella felice Isola delle rose degli anni ’30. Un mondo in cui la felicità era garantita da affetti, tradizioni e una vita semplice. Le descrizioni dell’ambiente contribuiscono a far quasi sentire i sapori, gli odori le atmosfere che accompagnano le vicende e portano a vivere, insieme con i protagonisti del libro, anche le preoccupazioni che si fanno sempre più intense man mano che si dipana la storia. Un mondo idilliaco nel quale musulmani, cristiani, ortodossi ed ebrei vivevano in serenità e armonia, spezzato dalla violenza e dalla barbarie del nazifascismo. La scrittura è fluida, agile ed accurata al tempo stesso. Nonostante la difficoltà di trovare, dopo l’orrore, le parole per raccontarlo, quelle di Di Porto, sostenute da una lunga e ampia ricostruzione storica, ci sembrano efficaci e sufficientemente lievi per far conoscere un pezzo di storia ebraica anche e soprattutto ai giovani.
Premio Speciale: Verso casa, Assaf Inbari, Giuntina, 2020 : Con le parole di Shimon Peres: “Assaf Inbari ha immerso il pennello in un colore freddo per dipingere il sogno che bruciava nelle anime dei pionieri del kibbutz. Ed è questo che rende il libro così sorprendente. Vi sono in esso sia la compassione che la critica; racchiude l’entusiasmo degli albori del movimento come anche la delusione dei tempi che seguirono. Ma non cede ad alcun compromesso allo scopo di ammorbidire la verità e trasformare la compassione in pietà”. L’autore definisce il suo romanzo: “biografia di un’esperienza”; è il racconto di un’epopea, che descrive la nascita di una nazione, laddove la storia di Israele si fonde con quella del mondo. “Verso casa” fotografa con nitidezza e semplicità un momento storico lontano con riflessi ancora attuali e una generazione di giovani che ha lottato per realizzare i suoi ideali contribuendo alla nascita dello Stato di Israele.

Giovanna Micaglio

(Nell’immagine Santiago H. Amigorena, vincitore del Premio principale con Il ghetto interiore)

(4 giugno 2021)