Qui Eilat – Nuotando tra i delfini
Eilat, punta dell’estremo sud di Israele sullo Yam Suf, il “Mare finale”, nel resto del mondo noto come Mar Rosso. Proseguendo dal centro città in direzione del confine con l’Egitto, si incontra un cartello triangolare sbiadito giallo e blu, dove un subacqueo e un delfino si sorridono. È il Dolphin Reef, una spiaggia con un braccio di mare recintato in cui nuota un branco di delfini, in un ambiente del tutto naturale, un progetto a oggi unico al mondo.
“Quando nel 1990 ci venne l’idea di creare questo posto – spiega Nir Avni, fondatore del Dolphin Reef insieme a Roni e Maya Zilber – avevamo la possibilità di seguire diverse strade. Potevamo cercare un gruppo di delfini qui nel Mar Rosso, cosa che sarebbe stata piuttosto facile ed economica. Avevamo anche sentito parlare di un’agenzia governativa dell’ex-Unione Sovietica, che possedeva dei delfini tursiopi e che, non ricevendo più finanziamenti dal Governo, li stava vendendo a delfinari in giro per il mondo. Potevamo fare una scelta razionale, e optare per i delfini nostrani, oppure una scelta dettata dall’emozione e salvare quel gruppo di delfini russi. Comprammo quei delfini e li portammo qui.”
Per tre anni i delfini, tre femmine e due maschi, vissero nel braccio di mare con la rete chiusa, perché si abituassero e imparassero a conoscere la loro nuova casa. Si trovarono talmente bene che dopo un paio d’anni cominciarono a nascere i primi cuccioli. Fino a oggi ne sono nati oltre quindici, e molti delfini sono già nonni.
Nel 1993 furono aperte le reti, consentendo ai delfini di scegliere se rimanere oppure prendere il largo e seguire la loro strada. Alcuni delfini uscirono. Ma tornarono presto.
“Era un momento fondamentale per noi – prosegue Nir – eravamo sul punto di capire se tutto quello che avevamo fatto fino a quel momento aveva funzionato. Il nostro intento era quello di ricreare un ambiente in cui i delfini potessero svolgere la loro vita naturale senza alcuna costrizione, ma allo stesso tempo avevamo cercato di fare in modo che, una volta consentito loro di scegliere, decidessero di restare. Il nostro obiettivo fu raggiunto.”
Mantenere il corso naturale della vita dei delfini è un carattere fondamentale del Dolphin Reef, che lo distingue da quello di tutti gli altri delfinari. Qui i delfini non sono istruiti a saltare o esibirsi in cambio di cibo. L’amicizia con gli esseri umani qui è basata solo sulla loro volontà e piacere di giocare e farsi coccolare. Non viene distribuito ai delfini tutto il cibo di cui hanno bisogno per nutrirsi, in modo che mantengano l’abitudine di cacciare, e che le madri lo insegnino ai cuccioli. Questo è indispensabile, perché per molti il Dolphin Reef di Eilat rappresenta solo un luogo di passaggio prima di tornare reinseriti altrove in mare aperto.
“I nostri delfini appartengono a una specie protetta e l’unico posto al mondo in cui il loro numero è in aumento è questo” – spiega ancora Nir Avni – “Alcuni anni dopo aver aperto le reti, siamo stati costretti a richiuderle, a causa del comportamento degli uomini, che quando incontravano i nostri delfini così socievoli in mare li disturbavano, cercavano di salire loro in groppa, a volte facevano loro del male. Uno è stato trovato morto tra le reti di un peschereccio ed è stato un grandissimo dolore per tutti. Per questo motivo, quando ci accorgiamo che qualche delfino qui da noi è triste, perché non riesce a integrarsi col branco, lo ritrasferiamo nel Mar Nero. In questo modo contribuiamo ad aumentare la popolazione dei delfini lassù ed evitiamo il sovraffollamento qui da noi.”
Questa è stata esattamente la storia di Dicky, portato dal Mar Nero nel 1990 e reinserito nel 1997. Era stato messo in disparte da Cindy, il maschio dominante, padre di tutti i cuccioli nati al Dolphin Reef, ed era isolato e depresso. Molti sono i delfini riportati nel Mar Nero. Oggi nel mare del Dolphin Reef sguazzano otto delfini. Cindy è morto due anni fa e tutti aspettano di vedere chi dei due maschi, ancora cuccioli, Neo e Raja, prenderà il suo posto come capobranco.
Al Dolphin Reef sono orgogliosi di offrire un friendly environment, un ambiente ideale, non solo per i delfini, ma anche per tutte le altre creature che vi trascorrono del tempo. Non si fa certo fatica a crederci, se si guardano i gatti pasciuti e i pavoni colorati che scorrazzano in giro. O anche il piccolo Joker, un cagnolino che, alcuni anni fa, ha cominciato a fare l’autostop dalla città per arrivare al Dolphin Reef a nuotare con i delfini tutti i giorni, fino a che non fu ufficialmente adottato come mascotte alcuni mesi dopo.
Ovviamente gli altri frequentatori del Dolphin Reef che vengono curati amorevolmente sono gli esseri umani, ovvero i turisti. D’altra parte questo posto si regge completamente sul prezzo dei biglietti, non riceve alcun finanziamento.
Nel caldo di Eilat la spiaggia circondata da alberi offre una piacevole frescura, e una baia per fare il bagno, costeggiata dalla rete dei delfini, che si rincorrono saltano e spruzzano.
Nel Dolphin Reef si trova un Diving Center che organizza immersioni insieme ai delfini, ma anche in tutti gli altri siti subacquei di Eilat, per esperti e principianti senza alcuna esperienza precedente, compresi i bambini dagli otto anni.
Vedere i delfini sott’acqua nuotare a pancia in su, scambiarsi gesti affettuosi, ridere di gusto al solletico degli istruttori, rappresenta un’esperienza magica, arricchita anche dalla scoperta degli altri abitanti della rete, coralli e pesci colorati di ogni tipo, ma anche un paio di tartarughe marine che sono arrivate al Dolphin Reef di recente, rarissime da vedere in immersione nel Mar Rosso.
Oltre alle immersioni, e al relax in spiaggia, è possibile fare snorkeling, passeggiare sul pontile nell’area dove abitano i delfini, assistere al loro pasto e alle spiegazioni dei trainers. Infine, nascosta in una struttura di legno, si trova una zona relax con tre piscine riscaldate di acqua salata, salatissima e dolce, cuscini e divani con bevande e snack a disposizione, e una vista particolarmente mozzafiato al tramonto.
“Oggi tutti parlano di tutela dell’ambiente e di turismo sostenibile – conclude Nir Avni – ma è facile notare come nella maggior parte dei casi se si sviluppa il turismo ne risente la natura, e tutelando la natura è più difficile far crescere il turismo. Qui siamo riusciti a creare una condizione tale per cui le due cose vanno di pari passo, dove chiunque può sentirsi a suo agio e stare bene, uomini, delfini e tutti gli altri animali.”
Rossella Tercatin