Nobel, il trionfo di Ada

L’ultimo nobel al femminile nella chimica risale a quarantacinque anni fa e per merito dell’israeliana Ada Yonath, questo digiuno si è interrotto. Assieme agli americani Venkatraman Ramakrishnan e Thomas Steitz, la Yonath ha ricevuto la prestigiosa onorificenza per i suoi studi sui ribosomi. In particolare i tre scienziati hanno lavorato sulla mappatura della posizione dei centinaia di migliaia di atomi che compongono il ribosoma, riuscendo a creare un modello tridimensionale per verificare la reazione degli antibiotici sul ribosoma stesso: «questi modelli sono ora usati dagli scienziati per sviluppare nuovi antibiotici che possano aiutare direttamente a salvare la vita e a combattere le sofferenze umane», ha sottolineato la commissione di premiazione.
Incredula e felicissima la Yonath, ricercatrice presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot (Tel Aviv) ha dichiarato ai giornalisti israeliani: “Già mi sembrava meraviglioso quando i nostri studi ci hanno dato i primi risultati… abbiamo ancora tante cosa da scoprire, ma abbiamo fatto dei grandi passi avanti”.
Subito dopo l’annuncio dell’assegnazione del premio, la scienziata ha ricevuto i complimenti telefonici del presidente Shimon Peres che le ha confidato: “Siamo molto orgogliosi di te, è veramente difficile spiegare quanto siamo fieri”. Anche il primo ministro Netanyahu ha voluto congratularsi con lei: “Sono profondamente orgoglioso. Il premio Nobel è la vera Olimpiade dell’umanità”. Il premier israeliano ha poi voluto sottolineare che il mondo ebraico e lo stato d’Israele hanno sempre dato un grande contributo alla scienza e alla ricerca.
A settant’anni, Ada Yonath è la quarta donna ad aver vinto il premio Nobel per la chimica. Il suo curriculum parla da sé: laureata in chimica con master in biochimica all’ università di Gerusalemme, ottiene il Ph.D. in cristallografia ai raggi X al Weizmann Institute of Science. In pochi anni è diventata una delle figure più prestigiose del suo campo, sempre all’avanguardia nonostante iniziali scetticismi sul suo lavoro da parte del mondo scientifico. I dubbi e i pregiudizi sulle sue ricerche hanno ben presto lasciato il passo ad ammirazione e stupore, culminando nel più alto riconoscimento, il premio Nobel per la chimica del 2009.

Daniel Reichel