Rotschild Boulevard – Arrivano i pc low cost made in Israel

Nel 2013 i notebook saranno più numerosi dei portatili tradizionali. La rivoluzione parte anche da Tel Aviv, dove una start up sta lanciando un nuovo modello di business, che utilizza il software libero ma strizza l’occhion a Windows.
Un sistema operativo interamente made in Israel. Sarà istallato e venduto su dei notebook, pure loro commercializzati da un’azienda israeliana, con un obiettivo assai particolare: attrarre due settori finora considerati opposti nel mercato del personal computer. Ovvero gli appassionati di Linux e i fedelissimi di Windows.
L’idea arriva da una piccola start-up di Tel Aviv: da tempo Affordy ormai si occupa della distribuzione di Titan Lev, ovvero la distribuzione israeliana del sistema operativo Linux. Trattandosi di un software libero, liberamente riproducibile e legalmente scaricabile da internet, Affordy finora ha tratto profitto soprattutto dalla fornitura di assistenza e dalla consulenza informatica, un modus operandi diffuso ormai anche in multinazionali informatiche di dimensioni assai maggiori (come per esempio la Red Hat e la Novell, giusto per menzionarne due). Quello che finora ha tenuto la piccola compagnia israeliana a galla, tuttavia, è stata una caratteristica unica del sistema operativo made in Israel: a differenza delle altre distribuzioni, Titan è stata studiata appositamente per gli utenti che sono abituati a lavorare con i sistemi Windows. Questo significa non solo che l’interfaccia grafica è pensata per essere molto user friendly, e simile a quella dei PC tradizionali. Ma anche che tutto il sistema operativo è studiato per avere la massima compatibilità con i programmi più diffusi.
La novità, ora, sta nel fatto che Affordy ha deciso di espandere il proprio business. Non più solo produzione di software ma anche vendita di hardware. L’idea, insomma, è di lanciare sul mercato dei notebook con il sistema operativo Titan già istallato: lo ha annunciato recentemente alla stampa israeliana l’amministratore delegato Yoram Nissenboim. Un veterano nel campo delle start-up tecnologiche (ne ha fondate ben otto, tutte bene avviate), Nissenboim non ha ancora fornito dettagli tuttavia sul partner commerciale identificato per avviare la produzione dell’hadware. Sembra assodato invece che la piccola compagnia punti alla fascia più economica del mercato: il prezzo dei notebook più economici si aggira intorno ai 150 dollari, di cui circa una trentina sono da attribuirsi alle licenze di software (che il prodotto israeliano andrebbe a tagliare). L’obiettivo dunque è sbaragliare la concorrenza sul prezzo.
Non tutti però sono convinti sulla fattibilità di questa strategia. A ben vedere, infatti, notebook con sistemi operativi alternativi sono già in commercio: in genere chi li acquista lo fa proprio perché preferisce utilizzare un software diverso, e alcuni ritengono che, dati i costi relativamente bassi delle licenze, difficilmente un appassionato di Windows possa decidere di acquistare un mini-computer con Titan. Ad oggi, del resto, solo l’un per cento degli utenti di computer utilizzano Linux. A torto o a ragione, tuttavia, Nissenboim e la sua squadra sono convinti che si tratti di un mercato destinato all’espansione. Stando ai pronostici della start-up di Tel Aviv, entro il 2013 dovrebbero essere in commercio circa 60 milioni di laptops, di cui “circa un terzo” dovrebbe utilizzare un sistema operativo alternativo. Sempre in base agli stessi pronostici, inoltre, nel giro di appena due anni il numero di netbook (ossia mini-computer portatili a basso costo) dovrebbe avere sorpassato quello dei tradizionali, e più ingombranti, computer portatili. “Presto ci sarà una rivoluzione nel mondo dei netbook – ha dichiarato Nissenboim – e noi siamo pronti a coglierla.”

Anna Momigliano