Champions League – Il sogno della città che non dorme mai

Un piede e mezzo tra le stelle. Il 3 a 2 con cui mercoledì sera l’Hapoel Tel Aviv ha espugnato il campo del Salisburgo nel match di andata del quarto e ultimo turno preliminare di Champions League sembra tanto il lasciapassare per accedere al gotha del calcio europeo. Tre goal per arrivare al giorno della verità (il ritorno è in programma tra sette giorni) con un fortino di sicurezze, tre goal per assaporare una prelibatezza dolce come la mela nel miele: la squadra più forte della città che non dorme mai vuole continuare a sognare. Guai a chi la desta: per la prima volta nella sua storia tocca con mano la qualificazione tra le grandi del pallone e di aprire gli occhi non se ne parla proprio. La costruzione del sogno Hapoel passa attraverso alcuni uomini chiave: il primo è un portiere nigeriano pazzerello, Vincent Enyeama, che ai Mondiali in Sudafrica si era permesso di parare tutto il parabile a sua maestà Leo Messi e che in Austria si prende la responsabilità di tirare un calcio di rigore dopo appena tre minuti di gioco. Il secondo è un talento sopraffino, Ben Sahar, ragazzo lanciato a suo tempo da Mourinho e al centro di una controversia (poi rientrata) per il mancato assolvimento degli obblighi di leva. Tanta voglia di emergere e una rete pesante come un macigno nella serata austriaca del vecchio pupillo di Mou. Il terzo è un 23enne che coniuga sport e religione, Itay Shechter. Indossa i tefillin, frequenta un corso di Torah e segna: suo il goal che porta l’Hapoel sul 3 a 1 mettendo il sigillo (o quasi) alla qualificazione. Itay si commuove, estrae una kippah dalla tasca e piange di gioia: l’arbitro lo ammonisce senza pietà. Se tra una settimana andrà come deve andare, tra un mese arriveranno sfide e avversarie di grande fascino. Tutto da verificare l’impatto con una realtà così competitiva: forse Enyeama non ripeterà il miracolo e Messi gliene farà quattro, forse Ben Sahar non vedrà mai la porta, forse crolleranno pericolose illusioni, forse il pubblico di Tel Aviv fischierà, forse un sacco di altre cose. Ma in fondo chi se ne importa, il bello sarà esserci.

SALISBURGO 2 – 3 HAPOEL TEL AVIV
Enyeama (H), Pokrivac (S), Sahar (H), Schechter (H), Wallner (S)

Adam Smulevich