Qui Bologna – Sinistra per Israele a congresso

Nel terzo fine settimana di novembre la Sinistra per Israele si dà appuntamento a Bologna per il suo primo congresso nazionale. “Molti nemici, che per noi non corrispondono a molto onore”: il coordinatore milanese dell’organizzazione Giorgio Albertini, archeologo, docente universitario, firma illustre del libro illustrato italiano e apprezzato disegnatore di Pagine ebraiche, parafrasa il noto motto. “Siamo attaccati un po’ da tutte le parti – spiega – ma non riteniamo questo un motivo di fierezza, piuttosto uno stimolo a perseguire il nostro progetto.
“In realtà, il lavoro di questi anni, della base e dei nostri parlamentari ha fatto breccia in molte anime della sinistra, le più avanzate e civili, creando una sensibilità ed attenzione condivisa verso Israele”. Sinistra per Israele all’indomani della guerra dei Sei giorni, rinasce nel 2003 con l’intento di promuovere la conoscenza delle posizioni della sinistra israeliana, portare la solidarietà nei confronti del “campo della pace” in Israele e e costituisce, seno della sinistra italiana, una fascia d’opinione che respinge l’aprioristica ostilità nei confronti di Israele, che si oppone ai pregiudizi antiisraeliani, antisionisti e talora perfino antisemiti che albergano anche in una parte consistente della sinistra italiana.
Nonostante un primo firmatario che più autorevole non si potrebbe, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, questo movimento d’opinione viene fortemente criticato, quando non delegittimato, sia da quella parte della sinistra italiana rimasta ferma ad una visione manichea della crisi mediorientale che le impedisce di riconoscere i diritti dell’unica democrazia mediorientale; sia dai falchi filoisraeliani che non le perdonano l’esercizio del dissenso critico nei confronti delle scelte politiche israeliane. In occasione del primo congresso del movimento, cui spetta il compito di nominare un direttivo generale, è organizzata un’ampia giornata di riflessioni intitolata Pace in Medio Oriente: se non ora, quando? Ad introdurre la serata il presidente di Sinistra per Israele, l’ex direttore del quotidiano l’Unità Furio Colombo, e il segretario generale Emanuele Fiano, presidente emerito della Comunità ebraica di Milano e attualmente membro democratico della Camera dei Deputati. Si succederanno quindi numerosi interventi di uomini politici e intellettuali della sinistra italiana e di quella israeliana.
In rappresentanza del Meretz, il partito israeliano d’ispirazione socialdemocratica, saranno presenti due parlamentari della Knesset eletti nelle sue fila: l’attivista Mossi Raz, membro del movimento pacifista israeliano Peace Now, e Uri Zaki, il giovane direttore di B’Tselem, organizzazione non governativa israeliana che si occupa di diritti umani nei territori occupati. Da Israele arriverà anche la giornalista radiofonica palestinese Maysa Siniora, coordinatrice della radio All for peace, congiuntamente gestita da israeliani e arabi. Non mancherà J Call, l’organizzazione ebraica europea sorella dell’americana J Street, presentata ufficialmente a Parigi all’inizio di ottobre dallo scrittore Abraham Yehoshua assieme all’europarlamentare Daniel Cohn- Bendit, al filosofo Alain Finkielkraut e al socialista francese Henri Weber. J Call rivendica, nel seno del sionismo, il diritto/dovere di critica nei confronti dell’operato dei governi israeliani.
A Bologna interverrà il suo fondatore David Chemla, intervistato il mese scorso su queste colonne. Parleranno inoltre il direttore del periodico ebraico Keshet Bruno Segre, la giornalista della Stampa Lucia Annunziata e il senatore del Pd Vincenzo Vita. Non mancherà, infine, Piero Fassino, il leader della sinistra italiana probabilmente più sensibile alle ragioni di Israele, da sempre amico della comunità ebraica. Com’è consuetudine nelle convention della sinistra nostrana – consuetudine non lenita dalla nutrita presenza ebraica nel novero dei partecipanti – le voci in campo saranno molteplici e non tutte concordi. Se, tuttavia, una linea politica condivisa da tutta la Sinistra per Israele si può rintracciare, essa è senz’altro sintetizzata dalla citazione di Yitzhak Rabin che campeggia in testa al suo manifesto: “continueremo il processo di pace come se non ci fosse il terrorismo, combatteremo il terrorismo come se non ci fosse il processo di pace”.

Manuel Disegni