Tullia Calabi Zevi – “Intelligenza lucida e straordinaria”
La notizia della scomparsa di Tullia mi ha profondamente commosso ed ha risvegliato in me molti ricordi. E’ stata una delle persone più straordinarie che mi sia capitato di conoscere, di un’intelligenza acuta ed immediata, con la capacità di trasformare la sua tenacia in dolce persuasività, ma anche di trasferirla in duri confronti personali. Aver conosciuto Gaetano Salvemini ed aver suonato con Leonard Bernstein durante il suo esilio newyorchese avevano plasmato il suo carattere, mentre le sue opinioni sui rapporti fra l’ebraismo ed il mondo, la sua difesa dei valori ebraici, la sua lotta contro l’ingiustizia derivavano a mio parere direttamente dall’eredità spirituale di Nahum Goldmann.
Epico, voglio ricordare solo quello, il suo violento scontro con Sandro Pertini al Quirinale. Fu un concentrato di queste sue doti, una sintesi delle sue idee. Anche l’unico errore che io possa addebitarle lo fu: la rinuncia alla partecipazione dei proventi dell’appena introdotto 8 per mille fu motivato da una sua energica e pubblica ricusazione di quella che, giustamente, considerava una vera e propria truffa, e da una forte rivendicazione del senso di giustizia e di rispetto dell’uguaglianza a nome degli ebrei.
Quando il neoeletto Consiglio dell’Unione incaricò cinque dei suoi membri di indicare al Consiglio stesso la persona da eleggere come presidente ci riunimmo nella saletta attigua per valutare le candidature. Il nome di Tullia emerse immediatamente e prevalse con il solo parere contrario di rav Toaff, che da quel momento non partecipò più alle riunioni di Consiglio. Fu un trauma per tutti noi, ma sono certo che ognuno di noi riproporrebbe anche a posteriori il nome di Tullia, che ha sempre profuso tutte le sue energie morali, caratteriali e fisiche nella conduzione dell’ebraismo italiano. La ricordo talvolta stremata dalle discussioni e dal suo sforzo di convincere o di risolvere problemi, decisa e lucida nel portare a compimento l’Intesa, sempre di un passo più avanti rispetto a tutti noi.
Federico Steinhaus