Roma abbraccia i suoi sopravvissuti

Il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità ebraica della Capitale Riccardo Pacifici e la presidente della Consulta della Comunità Elvira Di Cave apriranno domani sera, 27 gennaio, le porte del Tempio Maggiore di Roma per accogliere la cittadinanza venuta ad ascoltare i sopravvissuti che tornarono dai campi di sterminio. Un altissimo momento di confronto e riflessione che si ripete con il racconto in prima persona dei testimoni di ciò che fu la Shoah per tramandare alle nuove generazioni i valori di chi, pagando di persona, contribuì alla speranza di un mondo migliore.

(l’immagine in alto è di Stefano Meloni www.melonifoto.it)

Sami Modiano

“Per molti anni ho pensato che la testimonianza di un sopravvissuto non avesse valore, continuavo a ripetermi che non mi avrebbero creduto e che quindi non dovevo farlo. Sono stato uno degli ultimi ad accettare di andare ad Auschwitz in uno dei viaggi della Memoria. Perché quando uno come me viene fuori da un’esperienza di quel genere si chiede ‘come è possibile che tutto questo sia davvero accaduto?’ Per tutti noi era certo che non saremmo venuti fuori da quell’inferno e stando lì abbiamo perduto la fede, io avevo 13 anni e le scene che ho visto mi hanno fatto dire ‘come può il Signore Dio permettere che succeda tutto questo?’ Ci siamo salvati e ci siamo sentiti in colpa.
‘Perché io? Perché io mi sono salvato e tanti altri no?’ Questa domanda mi ha perseguitato per tutta la vita. Ed è per questo che avevo tante riserve nel tornare ad Auschwitz ad accompagnare gli studenti, perché tornare nell’abisso, nel posto in cui avevo perso tutti i miei cari e vedere l’indifferenza della gente sarebbe stato terribile, sarebbe stato come far morire di nuovo quelle persone ed invece ringrazio Iddio perché quando ho deciso trovare il coraggio di tornare ad Auschwitz mi sono reso conto che i ragazzi mi ascoltavano con gli occhi lucidi e comprendevano ed allora ho capito di aver fatto la cosa giusta.. Non sono molti anni che ho iniziato ad andare a parlare nelle scuole, nelle Università, a partecipare ai viaggi ad Auschwitz, ma dal momento in cui l’ho fatto, ho deciso che non smetterò mai, finché Dio mi darà la forza lo farò. Ogni giorno ricevo lettere dai ragazzi, le conservo tutte e rispondo loro, perché i giovani sono il nostro futuro”.

testimonianza raccolta da Lucilla Efrati