“Ritroviamo il confronto con rispetto e spirito critico”

Da diversi mesi ha luogo una interminabile querelle fra noti esponenti della cosiddetta “Piazza” del Portico d’Ottavia e Giorgio Gomel, noto esponente del gruppo Martin Buber di Roma. Casus belli della vicenda è una poco fortunata lettera di Gomel pubblicata sul mensile Shalom, che contestava un “barbecue ad Itamar” organizzato dalla Comunità di Roma. Gomel è stato oggetto di una forte contestazione, a volte espressa civilmente e a volte (fin troppo spesso) con messaggi, lettere, articoli, scritte murarie e striscioni ingiuriosi. Fino a che le scritte ingiuriose, ipocritamente anonime, rimangono opera di “note teste calde” possiamo limitarci ad esprimere il nostro disappunto ma, quando rappresentanti delle istituzioni ebraiche si aggregano a tale campagna, arrivando ad imputare al “colpevole di turno” di dire bugie (Gomel è invece persona super informata) o arrivando addirittura ad invocare provvedimenti illiberali, il disappunto non basta più. Per quanto io non condivida gli argomenti e i toni di Gomel, trovo assai più insopportabili, intrinsecamente fascisti, gli argomenti e i toni usati da altri.
Noi siamo una comunità e non un clan. L’incapacità a discutere fra noi con rispetto, l’incapacità ad avere spirito critico, il voler etichettare ed emarginare persone, sono obiettivamente la premessa della nostra autodistruzione. Quest’anno Kippur dovrebbe durare un’ora di più.

Victor Magiar