Shalit – La grande festa in Campidoglio

Nel Pirkè Avot è scritto “chi salva una vita salva il mondo intero”. Lo hanno ribadito più volte le autorità presenti durante la manifestazione che si è tenuta martedì scorso, in Piazza del Campidoglio, per celebrare la liberazione del caporale israeliano Gilad Shalit. Molte le presenze, nonostante la manifestazione fosse stata organizzata con poche ore di preavviso. Numerosi i bambini i quali, in attesa dei discorsi delle autorità, hanno ballato e cantato, rendendo l’atmosfera ancora più gioiosa. Con loro le associazioni giovanili, ma anche genitori e famiglie intere. “Sbrigati che dobbiamo andare da Gilad!” una mamma sollecita il figlio all’uscita della scuola ebraica. Tutti si sentono vicini ad un ragazzo ormai diventato fratello di ciascuno di noi. Il pathos e la felicità sono tangibili. Innumerevoli bandiere d’Israele campeggiano nella piazza, tingendola di bianco e blu. Ritrovatisi al Campidoglio per caso, due turisti israeliani si emozionano e commuovono di fronte a questa concreta dimostrazione di partecipazione.
Durante la celebrazione il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici ha ringraziato il sindaco Alemanno per aver messo coraggiosamente, più di tre anni fa, la foto di Gilad al Campidoglio, non volendola togliere, anche quando alcune associazioni arabe hanno protestato. “Per Gilad sono stati rilasciati 1027 terroristi, tra i quali c’è anche colui che uccise, anni fa, un altro cittadino romano: Yochai Di Porto, volontario della Croce Rossa israeliana” ricorda Pacifici.
Dopo le recenti violenze che hanno avuto Roma come protagonista, il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, è fiera di vedere la capitale violentata ritornare ad essere una città simbolo dello scambio interculturale e della tolleranza.
“Non ringraziatemi più: da quando Gilad è diventato cittadino onorario di Roma tutto ciò che lo concerne è affar mio come è affar vostro”. Esordisce così il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Tra l’emozione e la gioia dei presenti, i rappresentanti delle varie istituzioni, tra cui il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e l’ambasciatore israeliano Gideon Meir, hanno poi concluso la cerimonia rimuovendo la gigantografia del caporale israeliano.
Cittadino onorario di Roma, cittadino ormai del mondo, per tutti è come se un fratello fosse ritornato a casa.

Sara Pavoncello