“Fermare chi insegna odio nelle scuole italiane”

Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e il presidente della Comunità ebraica di Torino Beppe Segre hanno dichiarato congiuntamente:
La sfida quotidiana di tramandare il senso più autentico della Memoria, di analizzare i meccanismi dell’odio predisposti da uomini contro uomini affinché essi non abbiano più a ripetersi, passa necessariamente dalle aule delle nostre scuole. La formazione dei giovani, dei cittadini del domani, è un punto essenziale in questo costante lavoro di decodificazione, rielaborazione e costruzione di una società consapevole, inclusiva e immune al morbo sempre strisciante del razzismo. Desta quindi molta preoccupazione il fatto che un docente di un noto liceo classico torinese utilizzi il mondo dei social network, nello specifico Facebook, per pubblicare materiale fotografico di chiaro stampo neonazista e indirizzare inequivocabili minacce verso ebrei, omosessuali, disabili e immigrati. Il professor Renato Pallavidini, già assurto al disonore delle cronache nazionali per alcune affermazioni antisemite che nel 2007 gli valsero una sospensione di due settimane dal proprio incarico, insegna storia e filosofia. Due materie centrali nel percorso di apprendimento degli studenti, un compito delicatissimo che risulta palesemente inadeguato in considerazione dai folli propositi più volti espressi dal docente. Commentando su Facebook una foto in cui Hitler e Mussolini si stringono la mano, Pallavidini scrive: “Se mi togliete questa foto, vado con la mia pistola, alla sinagoga vicinissima a casa mia e stendo un po’ di parassiti ebrei che la frequentano. Vi conviene stuzzicare il can che dorme?”. Esprimere con forza la condanna e il biasimo degli ebrei torinesi e italiani è quasi pleonastico tanta è l’infamia, l’aggressività e la violenza verbale vomitata nella rete da questo presunto “maestro di vita”. L’auspicio è che d’ora in poi tale individuo, oltre a subire un regolare processo che ne accerti le responsabilità, sia finalmente messo in condizione di non poter più nuocere ai giovani, né all’interno di una qualsiasi aula italiana né sulla rete.