A che servono le origini

Nel recente premio letterario, il Tizio non ha avuto preferenze perché non ha letto nessuno dei romanzi finalisti. Del resto è difficile avere preferenze per un romanzo dato che il suo scrittore appartiene alla cerchia da cui anche il Tizio ha origine, pur restando il fatto che il vincitore ha avuto a suo tempo successo a causa della rivendicazione, nella finzione letteraria ricalcata sulla propria vita, di non appartenere alla cerchia per non esservi stato ammesso, e avendo sviluppato verso di essa un complesso rapporto di simpatia alla rovescia che sfuma in mite avversione tribale. Nella propria verosimile finzione letteraria, costui apparterrebbe alla cerchia senza volervi appartenere, mentre nella realtà la cerchia lo accoglie a braccia aperte, e altrettanto fa la nazione intorno alla cerchia, commossa da quel suo primo romanzo che finalmente denunciava la danarosa prosaicità della cerchia a cui l’io narrante non voleva appartenere desiderando tuttavia appartenervi senza appartenervi, tanto nella realtà quello era solo un romanzo che stroncava un’intera comunità i cui appartenenti sono tutti pantalonai ricchissimi e corrono dietro alle femmine. La verità è che il Tizio non ha letto i romanzi della cinquina perché tutti insieme verrebbero sui cento euro. Peccato, perché se li avesse letti avrebbe potuto anche lui fare il tifo per un romanzo indipendentemente dal romanzo e avrebbe capito che le origini servono a dividersi dagli altri.

Il Tizio della Sera