…Olmert

Per la serie paesi gemelli separati alla nascita: un ex-Primo Ministro finisce in tribunale con quattro capi di accusa, viene assolto su tre, ma cade sul quarto: abuso di potere in atti di ufficio quando era Ministro dell’Industria e Commercio. Assolto sulla questione della truffa dei doppi punti premio sui voli aerei, ma su questo viene condannata la Capoufficio della Presidenza del Consiglio, la sua potente vicina di stanza, che ha preferito tacere durante tutta l’indagine. Assolto anche sulla questione delle buste di contanti passategli da un lobbista: non è reato, semmai una questione estetica e disciplinare. Ma alla fine, è la prima volta che un Primo Ministro – stiamo parlando di Ehud Olmert – viene condannato in tribunale. Ed è ancora in corso il processo per i permessi di costruzione di quella mostruosità urbanistica dell’Hotel Holyland a Gerusalemme, maturata quando Olmert era sindaco. L’accusa parla di grosse tangenti (chi in buona fede avrebbe potuto autorizzare un simile orrore?) ma ci vorranno ancora diversi mesi prima di chiarire le cose definitivamente. E a proposito di paesi gemelli, l’entourage dell’ex-Primo Ministro lancia un coro di pesanti accuse alla Magistratura di averlo perseguitato tenacemente e ingiustamente, e di aver provocato la sua prematura caduta politica. L’accusa è di ingerenza del potere giudiziario nella politica attiva. Non solo: l’ex-Primo Ministro lancia forti allusioni a un suo possibile prossimo ritorno alla politica. È vero: l’accusa ha potuto dimostrare solamente uno dei quattro capi d’accusa, e l’assoluzione di un innocente fa sempre piacere. Ma sembra essere stata dimenticata l’euforia, la superbia, l’ipocrisia, l’avidità del leader politico che, giunto al potere, dimentica da dove è arrivato – una famiglia non agiata ma dignitosa – per passare al di sopra delle norme del comune cittadino. L’Ètat c’est moi.

Sergio Della Pergola, Università ebraica di Gerusalemme