Dimenticanze

Questa è stata la settimana della sentenza su Rachel Corrie, l’attivista americana morta a Rafah e diventata eroina della propaganda anti israeliana. Peccato però che in ciò che ha fatto non ci fosse nulla di eroico. La Corrie nel 2003 è stata travolta da un bulldozer israeliano durante un’operazione militare. Il tribunale israeliano ha stabilito che nessuna responsabilità per la sua morte può essere attribuita all’esercito, in quanto il manovratore non poteva vederla e lei si trovava al posto sbagliato, nel momento sbagliato. Nulla di strano, sappiamo tutti che non è saggio opporsi con il proprio corpo a un’operazione militare che aveva, tra l’altro, come obiettivo quello di distruggere i tunnel che riforniscono di armi e missili i terroristi palestinesi. Così, ancora una volta, siamo costretti ad ascoltare l’ipocrita indignazione di chi accusa di ogni malefatta Israele, ma si dimentica di tutto ciò che accade intorno. Si dimentica delle donne siriane per esempio, senza un nome e senza il risalto dei media; trucidate mentre cercano di difendere i propri figli dalla brutalità del regime di Assad, la cui unica colpa sembra essere quella di combattere la battaglia sbagliata, quella per la loro libertà, che però sembra non interessare a nessuno.

Daniel Funaro, studente