Firenze e Gerusalemme gemellate nel segno dello sport
A suggellare un fortissimo legame simbolico nel nome della cultura fu, nel 2004, la donazione da parte dell’amministrazione comunale fiorentina di una copia del David di Michelangelo scolpita per festeggiare i primi tre millenni di vita della città che più di ogni altra ha irradiato il mondo di storia, spiritualità, passioni. Oggi, a distanza di otto anni, Firenze e Gerusalemme consolidano questo asse con una nuova straordinaria iniziativa. Nel nome dello sport e dei suoi valori più nobili. La 29esima edizione della Maratona di Firenze, in programma il prossimo 25 novembre, sarà infatti gemellata idealmente con il corrispondente evento podistico primaverile di Gerusalemme, evento di più recente lancio (si è partiti nel 2011 con oltre 10mila atleti al via) ma già capace di catalizzare numerosi consensi tra gli addetti ai lavori anche in virtù delle emozioni, paesaggistiche e non solo, offerte finora ai suoi partecipanti.
Un impegno di grande suggestione che poggia una parte significativa del proprio baricentro sul lavoro svolto da Enzo B, associazione operante nel mondo delle onlus e da quest’anno charity partner della Maratona di Firenze che, grazie anche al sostegno del Municipio di Gerusalemme e dal Consolato italiano, porterà cinque atleti israeliani e cinque atleti palestinesi ad affrontare, fianco a fianco, l’intero percorso da Lungarno Pecori Giraldi fino al traguardo posto in Piazza Santa Croce. Tra le varie realtà del mondo dello sport e dell’associazionismo chiamate a sostenere l’iniziativa, come ci ricorda Adriano dell’Aquila nella vignetta pubblicata sul numero di novembre di Pagine Ebraiche in distribuzione e che qui vi proponiamo, c’è anche il Maccabi Italia, punto di riferimento nazionale per lo sport giovanile ebraico che ha aderito con entusiasmo alla proposta formulata dagli organizzatori. “Patrocinare un evento di questo spessore – afferma Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – è un grande onore che ci viene fatto dalla città di Firenze. Un riconoscimento al lavoro svolto in questi anni a favore dei giovani, della loro crescita e integrazione attraverso lo sport, del loro pieno e consapevole impegno a tutela di valori di tutti e per tutti”.
È una decisione che fa onore a tutto l’ebraismo italiano, conclude Pavoncello, “e di cui devo rendere merito particolare all’architetto Renzo Funaro, presidente dell’Opera del Tempio ebraico di Firenze, che moltissimo si è speso per raggiungere questo traguardo”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked