…diritti

Quando da Gaza sparano missili su Israele e Israele risponde, l’ebreo di sinistra che non ama le smaccate partigianerie e l’ideologizzazione fine a se stessa, sente tutta la fragilità della sua posizione. Perché, se non è disposto a dire che il governo di Israele ha sempre ragione, non è neppure disposto a dire che lo stato di Israele ha torto per definizione. L’antisemitismo, quello vero, passa proprio per questa sottile linea di demarcazione. Che Israele sia manifestamente sotto attacco è fuori di dubbio, e sembra non si voglia ammettere che la cortina fumogena dei missili palestinesi intenda far velo ai massacri siriani e all’inverno dello scontento che ha fatto seguito alle fallite primavere arabe. Israele funziona sempre da ottimo distraente. E a far male, oltre al sangue che sta scorrendo, è il silenzio vergognoso della sinistra italiana che non osa giudicare gli eventi in corso con i propri occhi, e, quando lo fa, lo fa dall’ottica delle sue ideali alleanze populiste. Vendola, almeno, parla chiaro e pronuncia la sua verità ideologizzata, rafforzata da inamovibili certezze. Così, fra una sinistra demagogica, cieca e vigliacca, e una destra che offre sostegno ad alto tasso di interesse, mentre a Roma fascismi di destra e di sinistra ci sguazzano, l’ebreo si ritrova ancora una volta solo con i suoi incubi. Bersani, Renzi, Di Pietro, l’equilibrista Casini, e tutti gli altri, sono troppo impegnati a giocare con i programmi elettorali. Perché sporcarsi mani e bocca con rischiose uscite su Israele, specie se fuori dal coro, quando invece il silenzio assicura il consenso di gran parte dell’opinione pubblica? Ora, a dirla franca, Netanyahu e i suoi alleati non sono certo i personaggi giusti per portare Israele fuori dalla palude. Ma, sia detto senza esitazioni, lo Stato d’Israele ha il diritto e il dovere di difendere le sue città e la sua gente. E serve a poco richiamare le lontane origini del conflitto e tutta la sua intricata storia, e l’ingiustizia degli insediamenti dei coloni. Un missile rimane un missile, e un crimine terroristico rimane sempre un crimine terroristico. Ma la politica tace, mentre la stampa imperversa con animose semplificazioni. L’ebreo di sinistra, orfano sventurato, si troverà di fronte a un bel dilemma quando, fra qualche mese, andrà a inserire la scheda nell’urna. Noi tuttavia paghiamo solo con la crisi delle nostre coscienze. Altrove stanno pagando prezzi ben più alti. E beato l’ebreo di destra, che queste crisi non le conosce!

Dario Calimani, anglista