Israele, bilancio e prospettive hanno contrassegnato i lavori del Consiglio
Lunga seduta ieri a Roma fino al tardo pomeriggio per il Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Quasi tutti i 52 Consiglieri del parlamentino dell’ebraismo italiano erano presenti ai lavori e hanno approvato con quattro astensioni e nessun voto contrario il Bilancio preventivo 2013.
All’ordine del giorno, tra i vari punti, la messa a fuoco del lavoro svolto dalle Commissioni incaricate di lavorare in stretto accordo con i membri di Giunta e la presentazione del progetto strategico “Network e piattaforma informatica”.
Ad aprire l’incontro, l’esposizione, da parte del presidente Renzo Gattegna, di un documento di analisi e di programma politico per la massina istanza dell’ebraismo italiano, anche alla luce dei drammatici fatti che hanno contrassegnato le relazioni internazionali nelle scorse settimane, della necessità di costruire le migliori relazioni con le istituzioni a quella di tutelare lo Stato di Israele dalle minacce provenienti dalle forze contrarie ala pace e al progresso, di vigilare sulle inquietudini e i rigurgiti di intolleranza che attraversano la società italiana.
Articolato in quattro aree (prospettive, memoria della Shoah e lotta al pregiudizio antiebraico, vicinanza allo Stato di Israele, partecipazione alla vita politica nazionale), il documento – che di seguito riportiamo integralmente – ha suscitato un ampio dibattito e raccolto numerosi consensi. Alcuni consiglieri, che avevano inizialmente sostenuto la necessità di un’azione più intensa rispetto alla crisi di Gaza e in occasione del voto di riconoscimento dell’Autorità nazionale palestinese come Stato osservatore alle Nazioni Unite, hanno infine presentato una mozione in questo senso firmata da Elvira Di Cave e Barbara Pontecorvo, che è stata discussa, ma infine ritirata dalle stesse proponenti perché ritenuta non più necessaria sulla base degli elementi emersi nel corso del dibattito.
In seguito a quanto sopra scritto le Consigliere Elvira Di Cave e Barbara Pontecorvo hanno fatto pervenire alla redazione la seguente nota:
In relazione all’articolo apparso su Moked il 17 dicembre scorso, nel quale si fa espresso riferimento ad una mozione da noi presentata e successivamente ritirata, ci teniamo a precisare e chiarire il significato di quel documento (il cui contenuto è stato oggetto di altra discussione in Consiglio), che riteniamo di grande importanza, e che certamente produrremo nuovamente in altra seduta.
Vorremmo, per inciso, chiarire che il documento non è stato ritirato, bensì non è stato sottoposto alla votazione del Consiglio (che, a fine seduta, era in via di scioglimento), così come non era stato sottoposto a votazione il documento contenente le dichiarazioni del Presidente Gattegna.
L’ultimo Congresso dell’UCEI tenutosi nel 2010, ha creato un profondo cambiamento per quanto riguarda il potere decisionale di questo Ente, rimesso interamente al Consiglio nel quale siamo state elette (Art.43, I comma, dello Statuto:“Il Consiglio assume le deliberazioni necessarie per il raggiungimento dei fini dell’Unione”).
Gli ultimi accadimenti storici, la pressante crisi economica, il preoccupante scenario internazionale con l’isolamento diplomatico dello Stato di Israele ed il voto delle Nazioni Unite riguardo alla questione palestinese, in un contesto ancor più grave di crescente antisemitismo, ci hanno fatto avvertire la necessità che il Consiglio, nell’esercizio delle sue funzioni, detti la linea programmatica dell’Unione su questi temi vitali.
Ci viene eccepito, con una evidente incomprensione del nostro pensiero, che la parola nei comunicati ufficiali su questi temi spetti unicamente al Presidente, consultata la Giunta.
Ciò che noi vogliamo esprimere è cosa ben diversa.
Lungi da noi dal pensare che ogni qualvolta il Presidente parli debba consultarsi con 52 componenti dal Consiglio, ma che il Presidente si attenga, nelle sue dichiarazioni, alla linea politica e programmatica espresso dal Consiglio è, a nostro avviso, dovuto (Il Consiglio “esprime valutazioni e delibera mozioni su questioni di rilevante importanza aventi comunque riflessi sull’ebraismo italiano” : Art.43 lett.k).
In altri termini, come il Presidente del Consiglio italiano, nei sui discorsi, non può non attenersi al programma di governo, così il Presidente dell’Ucei dovrà attenersi all’indirizzo politico espresso dal Consiglio.
Trasportando questo esempio nella nostra realtà, ci domandiamo: qual è il “programma di governo” dell’UCEI?
La risposta è inequivocabile: è quello che esprimerà presto il Consiglio (e che non ha finora potuto fare perché da poco insediatosi) e che noi abbiamo con il nostro documento sollecitato.