Giorno della Memoria – Voci e reazioni del mondo ebraico
Reazioni a più voci dei leader ebraici italiani su vari temi legati al Giorno della Memoria e ai suoi avvenimenti.
Il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
“Il Giorno della Memoria celebra il ricordo della tragedia della Shoah. In questa data simbolica che coincide con l’apertura dei cancelli di Auschwitz, Roma, l’Italia e l’Europa intera riflettono anche e soprattutto sulle cause che hanno portato al più spietato e scientifico sterminio della Storia dell’Uomo, affinché i nostri figli non vivranno mai un orrore simile. Le leggi razziste non possono essere descritte come uno scivolone nella Storia del Novecento, non è permessa la decontestualizzazione. Le leggi razziste sono parte della politica e della storia di tutto il fascismo in Italia. Le leggi razziste sono il frutto di un progetto politico che annientò le libertà fondamentali dell’Uomo. Il fascismo soppresse il pluralismo, perseguendo la concezione totalitaria del potere. Non è un caso se i padri fondatori della nostra Repubblica Italiana decisero di imporre con la Costituzione il divieto di ispirarsi al fascismo. Come il fascismo aggredì le autonomie individuali e sociali, così i Costituenti le hanno ripristinate, stabilendo un perimetro invalicabile di libertà individuali. In questa fase concitata che vive la politica italiana la Comunità Ebraica di Roma non entrerà nel merito dei programmi e delle alleanze, ma resterà vigile affinché i principi costituzionali siano rispettati e affinché la Memoria non sia attentata”.
Sconcerto è stato espresso dal consigliere della Comunità ebraica di Milano Daniele Nahum.
“Le parole di Silvio Berlusconi questa mattina al Binario 21, sono molto gravi perché un ex-presidente del Consiglio ed esponente di uno dei maggiori partiti italiani non può avere un giudizio parziale sul fascismo e non si può esimere nel condannarlo nell’interezza della sua disfatta ideologica: non dimentichiamoci che, oltre le leggi razziali, il regime di Mussolini ha cancellato la libertà di pensiero e di espressione, è stato autore di stragi in Etiopia e creò quel tessuto discriminativo- che ancora oggi stiamo combattendo- contro omosessuali, Rom e tutte le altre minoranze a lui invise. Berlusconi emettendo un giudizio storico parziale dimentica quello che accadde in Italia, che non ebbe solo una “connivenza inconsapevole”, ma specifiche responsabilità nell’Olocausto, perché le centinaia di migliaia di ebrei deportati dall’Italia furono richiesti a Mussolini dal governo di Hitler, che aderì incondizionatamente. Emettere un giudizio parziale nel Giorno della Memoria e durante l’inaugurazione del Binario 21 è un’offesa e una grave mancanza di rispetto e non basta essere presenti alle cerimonie per dirsi amici di un popolo”.
Nel corso della cerimonia per il Giorno della Memoria, il vicepresidente della Comunità ebraica di Torino ha dichiarato:
La giornata del 27gennaio è diventata la giornata che, per una legge della Repubblica, è dedicata alla memoria della Shoah. Tantissime sono, ogni anno, le manifestazioni, tant’è che quest’anno abbiamo iniziato a metà gennaio e si concluderà verso metà febbraio il dovere della memoria è radicato nel pensiero ebraico, ed a questo scopo ricordo soltanto le due festività ebraiche di Pesach (pasqua) e di Purim, nelle quali si ricorda l’uscita dalla schiavitù d’Egitto e lo scampato pericolo, durante l’esilio nell’antica Persia, quando anche allora un uomo, Aman, aveva progettato di annientare il popolo ebraico.
È importante, tuttavia, non pensare che le manifestazioni, forse anche troppo numerose, possano servire da sole, come se bastasse adempiere ad un dovere della Memoria per magari ripulirsi la coscienza; è al contrario necessario, soprattutto coi giovani, ma non solo coi giovani, analizzare le cause che hanno portato agli orrori della Shoah; Auschwitz è il risultato finale di una serie di atti iniziati tanti anni prima, nell’indifferenza di troppi, quando non vi era anche complicità e che hanno visto anche il nostro paese, come tanti altri in Europa (e quindi non solo la Germania nazista) preparare poco per volta quello che è stato uno dei momenti più tragici della storia umana. Solo se si fa questa attenta analisi si eviterà che simili crimini possano ripetersi.
Lo spirito del 27 gennaio va rispettato per tutto l’anno, e non solo nella giornata ufficiale della memoria, perché non serva solo per ripulirsi la coscienza.
In un lungo intervento pubblicato sul quotidiano online Huffington Post, il consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Vittorio Pavoncello ha tra l’altro dichiarato:
La Shoah sono quelle parole che hanno sfigurato l’umanità, e la sfigurano tuttora.
Perchè se il fascismo, il nazismo e, più tardi, il comunismo se ne sono andati, l’antisemitismo no, lui è rimasto.
Perché in una specie di alleanza oggettiva con partiti che, come lo Jobbik in Ungheria, non temono più oggi di dichiararsi pubblicamente nemici di minoranze e della democrazia, l’altrormondialismo, una certa sinistra, numerose ONG e il fondamentalismo islamico hanno riattivato il morbo dell’antisemitismo.
Un morbo in piena mutazione per attaccare il più grande sistema immunitario mai concepito per lottare contro l’antisemitismo.
Un morbo dal quale anche in Italia non siamo immuni.
(27 gennaio 2013)