Lapid e Bennett mettono Bibi alle strette

Una nuova mossa irrompe sul tavolo dei negoziati per la formazione del prossimo governo israeliano. Il partito centrista Yesh Atid di Yair Lapid e la formazione di ultradestra Habayit Hayehudì guidata da Naftali Bennett si sarebbero accordati per mettere alle strette il premier Benjamin Netanyahu: entrambi non accetteranno di entrare a far parte di un governo puntellato dai partiti religiosi haredim Shas e United Torah Judaism. A svelarlo è stato il quotidiano Maariv, che indica come fonte un dirigente del Likud.
Capace di cementare l’asse tra i due partiti (che si sarebbero detti decisi a offrire a Netanyahu un aut-aut: entrambi in una coalizione formata con queste premesse, o entrambi all’opposizione), sarebbe stato un accordo di massima sulla questione dell’arruolamento dei giovani studenti delle yeshivot haredim. Sul tema Lapid e Bennett condividono la stessa posizione: è necessario che tutti contribuiscano a sopportare il peso del “fardello”, come viene definito il servizio militare nell’Esercito di difesa israeliano, eventualmente prevedendo un numero consistente di eccezioni per gli studenti eccellenti, e consentendo alle ragazze di optare per il servizio civile.
Se confermate, queste notizie potrebbero avere un peso determinante nel formare la coalizione, considerando che insieme Yesh Atid e Habayit Hayeudi contano 31 seggi nella nuova Knesset, esattamente lo stesso numero del blocco Likud-Beytenu (che tuttavia si è presentato alle elezioni con un’unica lista). Notizie che per giunta sono arrivate solo poche ore dopo che Lapid aveva fatto trapelare come stesse seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di rimanere a capo dell’opposizione con l’obiettivo di nuove elezioni in tempi brevi per ottenere la maggioranza relativa e dunque la carica di primo ministro (fonte il Canale 2 della televisione israeliana).
Le trattative per formare il governo in ogni caso proseguono e le variabili sono molte. Per esempio l’offerta di United Torah Judaism a Bennett di opporsi al congelamento degli insediamenti (di cui il leader di Habaiyt Hayehudi è il punto di riferimento politico) in cambio della garanzia di mantenere il supporto economico dello Stato alle yeshivot, mentre altre fonti riferiscono di un probabile ingresso nel governo di Tzipi Livni con il suo Hatnua (sei seggi).
Dal conferimento ufficiale dell’incarico, avvenuto al termine dello Shabbat, Netanyahu ha 28 giorni (prolungabili) per riuscire a formare la coalizione. Si pensava avrebbe impiegato poco tempo. Ma in queste elezioni, le previsioni sembrano fatte per essere smentite.

Rossella Tercatin @rtercatinmoked

(4 febbraio 2013)