Elezioni 2013 – I protocolli dei savi anziani di Moked
Ora che elezioni sono passate forse vale la pena di riflettere su alcuni fenomeni bizzarri all’interno dell’ebraismo italiano. Verrebbe la tentazione di pensare che questa volta noi ebrei siamo stati particolarmente attivi e litigiosi se non fosse che semplicemente è impossibile il confronto con le precedenti elezioni politiche, quando non esistevano Pagine ebraiche, l’Unione informa e Moked, non c’erano i social network e l’abitudine a navigare in Internet era meno diffusa. Comunque sia, mi pare che il giornale e la newsletter dell’UCEI abbiano svolto in queste ultime settimane un lavoro utile ed equilibrato, presentando tutti i candidati ebrei alle elezioni politiche e regionali a qualunque formazione politica appartenessero. Oltre a ciò, i collaboratori fissi hanno espresso, come era logico aspettarsi, le proprie opinioni, ciascuno nell’ambito consueto della propria rubrica settimanale. Invece apriti cielo! È capitato per caso che per due o tre giorni di seguito siano usciti pezzi che esprimevano opinioni simili e subito qualcuno ha immaginato dietro a tutto questo una regia occulta (ma la storia ebraica non dovrebbe averci ampiamente insegnato a diffidare delle teorie del complotto?), sollevando polemiche che sono rimbalzate addirittura fino al Jerusalem Post.
A un certo punto ho appreso con sorpresa di essere anch’io parte di questo supposto piano diabolico, a quanto pare volto a contrastare la candidatura alla Camera di Sharon Nizza. Peccato che il mio pezzo incriminato non nominasse affatto Sharon Nizza, se non per citare una cosa detta da lei (cioè che non concordava con le parole pronunciate il 27 gennaio da Berlusconi ma contava di fargli cambiare idea); confesso che mentre lo scrivevo sapevo poco o nulla di Sharon Nizza, tant’è che ricordavo la frase ma non chi l’avesse pronunciata. Ho scoperto invece che il mio non era il solito pezzetto antiberlusconiano che pensavo di aver scritto, ma celava tra le righe (del resto a Purim siamo abituati a ragionare su nascondimenti e rivelazioni) un attacco alla candidata italo-israeliana. Incuriosita ho cercato di scoprire qualcosa di più sui miei supposti compagni di complotto. Oltre ai testi usciti su l’Unione informa, si parlava molto della lettera di un gruppo di italiani residenti in Israele; quando finalmente l’ho letta ho scoperto che neppure la lettera conteneva un attacco contro Sharon Nizza, anzi, esortava gli italiani residenti in Israele a fare attenzione perché credendo di votare la Nizza avrebbero corso il rischio di votare un’altra persona (scusate, se qualcuno vi dice di fare attenzione perché l’anello che state comprando non è d’oro ma di latta, lo interpretate come un attacco contro l’oro?)
Nell’ambito dell’ebraismo italiano non ci sono abbastanza temi su cui abbiamo opinioni radicalmente diverse? Tra le cose che gli ebrei italiani hanno detto e scritto c’è così poco materiale su cui discutere da aver bisogno di tirare in ballo cose che non sono mai state né dette né scritte?
Anna Segre, insegnante
(1 marzo 2013)