Israele – Due settimane per formare il governo

Benjamin Netanyahu ha chiesto e ottenuto l’estensione del tempo per formare il governo dal presidente israeliano Shimon Peres. Il premier uscente e leader della lista che alle ultime elezioni ha ottenuto la maggioranza relativa Likud-Beytenu (31 seggi su 120) avrà così fino al prossimo 16 marzo per dare vita a una nuova maggioranza, così come previsto dalla legge (28 giorni dal conferimento dell’incarico, rinnovabili per ulteriori 14, prima che il presidente conferisca il mandato a un altro leader o, in mancanza di alternative, si torni a elezioni). “Signor presidente, lei mi ha affidato il compito di formare una coalizione 28 giorni fa, una coalizione larga e capace di governare e affrontare le difficili questioni di fronte cui si trova Israele: l’economia, la sicurezza, la condivisione del fardello nazionale (il servizio militare ndr). Per tutto questo abbiamo bisogno di un governo responsabile. Posso dire che la ragione per cui non sono stato in grado di costituirlo è da imputarsi a coloro che si sono alleati contro di me” ha dichiarato Netanyahu nella conferenza stampa congiunta con Peres a Gerusalemme, riferendosi al duo Yair Lapid di Yesh Atid (19 seggi) e Naftali Bennett di Habayit Hayehudi (12 seggi), aggiungendo la sua convinzione che “i partiti haredim siano invece pronti a condividere il fardello”.
La forza centrista di Lapid e l’ultradestra di Bennett hanno infatti formato un fronte comune per dire no all’ingresso delle forze religiose (il sefardita Shas con 11 seggi, e l’ashkenazita Yahadut HaTorah con 7) nel governo. A unire i due partiti, l’uno di ispirazione laica, sia pure con diversi esponenti di spicco ortodossi, come il rabbino Shai Piron, numero due di Lapid nelle elezioni per la Knesset, e l’altro fortemente radicato nell’ebraismo modern orthodox, è infatti soprattutto il punto dell’arruolamento dei giovani haredim, fino a questo momento esentati dal prestare il servizio militare come i loro coetanei.
Netanyahu prosegue i suoi tentativi, esplorando con rinnovato slancio l’ipotesi di dare vita a un governo con i partiti haredim e il Labor (15 seggi), oltre ad Hatnua di Tzipi Livni (6 seggi), l’unico forza che ha formalmente accettato di entrare nella nuova amministrazione. La leader laburista Shelly Yachimovich ha sempre ripetuto con forza la sua volontà di restare all’opposizione, ma si è incontrata con Bibi numerose volte, e fonti del Times of Israel riferiscono che le pressioni su di lei sono in aumento, anche da parte di Shas e Yahadut HaTorah. Altrimenti l’unico scenario possibile per Netanyahu sarà accettare le condizioni di Bennett e Lapid.
Nel frattempo la stampa israeliana ha riportato che se il nuovo governo non sarà formato entro il 16 marzo, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama sarà costretto ad annullare la sua visita in Israele prevista per il 20 dello stesso mese.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(3 marzo 2013)