Nizza: “I miei elettori più dal resto del mondo che da Israele”
La candidata non eletta alle recenti elezioni politiche Sharon Nizza (Camera dei deputati, lista Pdl circoscrizione Africa, Asia, Oceania, Antartide), ha inviato alcune sue valutazioni riguardo all’esito elettorale, che ha visto il suo partito piazzarsi in terza posizione (dopo il Pd e la Lista Monti) in una circoscrizione che consente di esprimere un solo deputato. L’unico seggio disponibile è quindi stato assegnato al Pd. Nei giorni scorsi molti commentatori avevano analizzato l’esito elettorale, rilevando fra l’altro che nonostante la candidatura di una persona residente in Israele, proprio gli elettori italiani lì residenti hanno determinato una significativa erosione del largo consenso che il Pdl aveva raccolto in Israele nel 2008.
“Contrariamente a quanto prevedeva l’appello da Israele a non votarmi – afferma fra l’altro l’esponente Pdl – ho ottenuto 4381 preferenze in tutta la circoscrizione, risultando la prima classificata tra i candidati Pdl (Camera e Senato), con un distacco di 3000 voti sulla mia rivale di lista australiana. Anche se non sono stata eletta, considero questo risultato un grande successo, personale e per Israele. Personale in quanto ho condotto una campagna in brevissimo tempo, con pochi mezzi, ma sono l’unica candidata ad aver preso un considerevole numero di voti (intorno ai 3000) al di fuori del proprio Paese di residenza, come dovrebbero fare tutti i candidati, che tendono però a rivolgersi solo ai propri conterranei. Sono riuscita a raggiungere migliaia di persone, parlando in maniera trasversale e transnazionale, persone che si sono riconosciute nei valori e nelle battaglie da me prospettati”.
“Il successo per Israele – aggiunge – non ha invece nulla a che vedere con le numerose polemiche che si sono scatenate in questo periodo. Il fatto di aver raccolto più voti nel resto della circoscrizione che in Israele significa che la scelta antesignana di presentare un candidato da Israele, a differenza di quanto si poteva presupporre, considerata la percezione di questo Paese nel mondo (e specie in questa parte di mondo…), non mi ha penalizzata, anzi, è stata accolta con simpatia, rispetto e curiosità, anche da molti che vivono nei Paesi arabi, come testimoniamo i numerosi messaggi di sostegno che ho ricevuto. Trovo che questa sia la vera vittoria: Israele un Paese come un altro di quest’area. Le polemiche su doppia identità o la paura di essere percepiti come una “quinta colonna” all’interno del parlamento Italiano nulla hanno a che vedere con tutto ciò e gli unici a sollevarle – paradosso! – sono stati alcuni esponenti della nostra comunità. E’ oltremodo curioso aver riscosso più sostegno nel resto dei Paesi della circoscrizione che in Israele, dove vivo. Su questo si possono fare varie e diverse considerazioni. Molto deriva – conclude la candidata sconfitta – dal fatto che la comunità italiana in Israele (che non può essere ridotta agli Italkim in quanto comprende realtà diverse) non è abituata a partecipare alle competizioni elettorali italiane”.