Israele si prepara alla visita di Obama

Mentre prosegue il conto alla rovescia per la formazione del governo entro il 16 marzo, quando scadrà l’estensione del mandato a Benjamin Netanyahu per dare vita alla nuova maggioranza, Israele si prepara a un altro appuntamento importante: la visita di Barack Obama, a partire dal 20 marzo.
Da molti giorni ormai analisti e commentatori riflettono sul significato che potrà assumere la prima visita di Obama nello Stato ebraico come presidente degli Stati Uniti (nel precedente mandato questa omissione gli costò molte critiche). In primo luogo per capire se e quali idee o richieste porterà a proposito del processo di pace. Anche se nei giorni scorsi dagli Stati Uniti hanno cercato di mantenere basse le aspettative. In particolare, Obama ha mandato a israeliani e palestinesi il messaggio che devono essere loro per primi a spingere nella direzione del negoziato, e solo quel punto gli Usa offriranno tutto il loro supporto e sostegno. Uno dei momenti fondamentali del viaggio sarà rappresentato dal discorso al Jerusalem’s International Convention Center. Un discorso che secondo indiscrezioni Obama era stato invitato a tenere alla Knesset, con un’offerta che il presidente USA ha preferito declinare per cercare un sito più politicamente neutrale. Una scelta in linea anche con la sua decisione di Obama di confermare la visita anche nell’ipotesi di mancata formazione del nuovo governo entro il suo arrivo, nell’idea che ciò che più gli sta a cuore è rivolgersi alla popolazione israeliana: tra il pubblico ci saranno infatti gli studenti delle principali università del paese. Fra le tappe della visita anche lo Yad Vashem e il Monte Herzl, dove sono seppelliti i grandi della storia d’Israele.
(Nell’immagine l’incontro tra il presidente israeliano Shimon Peres e l’allora candidato alla Casa Bianca Barack Obama nell’estate 2008).

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(11 marzo 2013)