Israele – Netanyahu lancia un ultimatum a Lapid
Doveva essere la giornata in cui il premier uscente Benjamin Netanyahu presentava al presidente israeliano Shimon Peres di ritorno dall’Europa la maggioranza di governo per dare il via alla sua terza amministrazione. Invece i negoziati sembrano di nuovo vicini a un punto di rottura. Così, a tre giorni dalla scadenza del mandato (28 giorni prolungati di altri 14), Bibi ha lanciato un ultimatum al leader di Yesh Atid Yair Lapid: se non firmerà l’accordo nel pomeriggio, il Likud tornerà a trattare con i partiti haredim. All’origine di questo ulteriore braccio di ferro è il posto di Ministro dell’Educazione. Lapid vuole il suo numero due, il rabbino Shai Piron. “L’educazione è fondamentale nel nostro programma” ha dichiarato questa mattina in un’intervista alla Israel Radio il deputato di Yesh Atid Meir Cohen, spiegando che il suo partito vuole il Ministero per la sua importanza nel dare forma al futuro della società israeliana, e accusando invece il Likud, che preme per riconfermare l’attuale titolare del dicastero Gideon Sa’ar, di tenere alla nomina solo per assicurare l’influenza del partito sul pubblico haredi, attraverso il controllo dei finanziamenti alle istituzioni scolastiche religiose.
A rispondere a Yesh Atid, è stato il parlamentare del Likud Danny Danon, che in un’intervista alla radio dell’esercito ha messo in guardia la sua formazione dal pericolo di cedere ai ricatti.
Già negli scorsi giorni, Lapid aveva ottenuto un governo di venti ministri partendo dai trenta del governo uscente (il Likud ne avrebbe voluti 28, poi ridotti a 25). A rafforzare la posizione dell’ex giornalista è la sua alleanza con Habayit Hayehudì di Naftali Bennett. Insieme essi possono contare su 31 deputati, tanti quanti il blocco Likud-Beytenu, ed è quindi impensabile per Netanyahu formare un governo con i partiti religiosi Shas e Yahadut HaTorah (18 seggi in tutto), senza portare nella maggioranza anche Bennett. Il quale però ha dichiarato che a rompere l’alleanza con Yesh Atid (tutti e due dentro o tutte e due fuori dalla maggioranza) non ci pensa proprio. Il rebus di Bibi dunque si complica. E stavolta non esiste più la possibilità di ricorrere ai tempi supplementari.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(13 marzo 2013)