Qui Roma – La lezione del rav Soloveitchik

“Rav Soloveitchik continua ad essere una figura di riferimento per l’ebraismo mondiale. Un intellettuale di spessore, un grande maestro di Talmud e di Halakhah, uno tra gli esponenti più significativi della corrente che ha cercato una sintesi tra sionismo e valori religiosi”. Ad affermarlo, in occasione dell’avvio dei lavori del convegno romano in memoria del rav Joseph Dov Soloveitchik, il coordinatore del Collegio rabbinico italiano rav Gianfranco Di Segni.

L’iniziativa, organizzata dal Collegio rabbinico e dall’Assemblea rabbinica in collaborazione con l’Istituto Eretz Hemdah di Gerusalemme, vuole rendere omaggio a una delle massime figure ebraiche del Novecento nel ventesimo anniversario della scomparsa. Due giornate di studio, quattro distinte sessioni di studio promosse anche su impulso dell’assessore UCEI al culto Settimio Pavoncello, come ha ricordato rav Di Segni portandone i saluti al pubblico in apertura.

Ad inaugurare il convegno una lezione del rav Ron Klopstock, makhon di Eretz Hemdah, sul Seder di Pesach visto secondo la prospettiva halakhica di rav Soloveitchik. In sala, oltre agli studenti del Collegio, numerosi rabbanim: tra gli altri rav Giuseppe Momigliano (Genova), rav Itzhak Margalit (Trieste), rav Cesare Moscati (Verona), rav Umberto Piperno e rav Ariel Di Porto.

I lavori riprenderanno al Centro Bibliografico UCEI, a partire dalle 17, con tre interventi volti ad approfondire differenti sfaccettature del pensiero del rav Soloveitchik. Rav Benedetto Carucci Viterbi, preside delle scuole ebraiche di Roma, ne parlerà come “Ish ha-Emunà”, uomo di fede; rav Gianfranco Di Segni si soffermerà invece sullo studio del Talmud al femminile muovendosi in un arco temporale che ha origine dalle riflessioni del rav Shemuel Archivolti; concluderà la sessione rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, con un focus sull’approccio alle sfide e agli stimoli del dialogo interreligioso.

(9 aprile 2013)