Oltremare – Primo: non paragonare
Regola aurea per chiunque lasci un Paese per stabilirsi in un altro. Regola di platino se il Paese di immigrazione è Israele. Non importa quanto voluta, ideologica, impellente sia stata l’aliyah, la “salita” in Israele: paragonare dettagli della vita qui a quelli di qualunque altra vita precedente è naturale, quanto sconsigliabile.
Vero: certe mattine mi mancano le macine del mulino bianco, o le fette biscottate, prodotti qui assenti dall’immaginario collettivo, figurarsi dai supermercati. L’olè chadash che trova, e in fretta, dei biscotti buoni almeno al minimo sindacale per superare la prima colazione e passa oltre, apre una porta alla felicità. Quello che si ostina, e ripete senza sosta agli amici che come il mulino bianco non ce n’è, si condanna ad un limbo di nostalgia, tossica quanto i pensieri che si dedicano agli ex. Poi va bene, il contrabbando spiccio di marron glacé e altre prelibatezze soprattutto stagionali è del tutto legittimo. Perché è stagionale, appunto. Il kvetch (yiddish per “lamento”) di routine invece, è come l’acqua cheta che rovina i ponti. Ne sono specialisti inglesi e francesi, ma anche noi italiani non scherziamo. I formaggi stagionati che non ci sono, le maniere non proprio da galateo, il chamsin che toglie il fiato, le strade mai abbastanza pulite, i guidatori avventati e aggressivi.
Esercizi quotidiani di non-paragone: salendo sull’autobus si saluta l’autista, che risponde, e quando sale una madre con due bambini piccoli non ci si scompone se ne mette uno in braccio alla signora più vicina mentre paga la corsa. Al supermercato si scambiano ricette con la cassiera. Ogni tanto la pausa pranzo si può fare in spiaggia, tanto in ufficio nessuno farà caso alla sabbia chiara attaccata ai sandali. Il nuovo aiuto parrucchiere propone uno shidduch ancora prima di sapere se sono libera. Il barista del bar dell’angolo sbaglia clamorosamente il mio caffè ogni giorno, e sorride. Macchiato: non cappuccino; eddài, te l’ho spiegato ieri, e l’altro ieri, e il giorno prima. Per fortuna il caffè è italiano e lo fa con una Favorita. Davvero, paragonare è sconsigliabile.
Daniela Fubini, Tel Aviv – twitter @d_fubini
(6 maggio 2013)