I colori della musica ebraica
Tutti i colori della musica ebraica: l’incontro ha mantenuto la promessa. E forse ha creato anche nuove sfumature. Accompagnati dall’allegria ironica e contagiosa di Evelina Meghnagi, ci siamo immersi con stupore nell’universo caleidoscopico delle note ebraiche, scoprendo che anche in campo musicale la cultura ebraica ha avuto il genio di creare a partire da prestiti, contaminazioni, suggestioni di altre culture. Colori aschenaziti e sefarditi, canzoni yiddish e giudeo-spagnole, flauti, chitarre e voci profonde, come quelle di Raiz ed Enrico Fink, hanno fatto soffiare un vento d’Oriente in questa serata di condivisione. Vorremmo esprimere la felicità che abbiamo sentito quando Ilana Bahbout insieme a Sira Fatucci hanno proposto all’Associazione La Convivia e alla casa editrice Editori Internazionali Riuniti di collaborare assieme per realizzare questo evento di musica e sogno. È stato commovente partecipare all’incontro dei membri della comunità ebraica con i nostri soci e amici, sotto il segno dell’amicizia e dell’amore per i tanti colori della musica. È stato bello andare insieme a intervistare David Zard, che della musica ebraica ha sottolineato i tratti della malinconia e della gioiosità. E toccare con mano, sulla nostra propria pelle, quello che ci ha insegnato il rabbino Scialom Bahbout: che il canto, come indica la sua etimologia ebraica “Shir”, può essere muro ma anche ponte, speranza, luogo di incontro fra mondi diversi.L’incontro faceva parte del ciclo “Quale identità ebraica – Generazioni a confronto”, promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane presso il Centro Bibliografico e a cura di Ilana Bahbout e Sira Fatucci. Cristina Guarnieri e Cristiana Fanelli (La Convivia ed Editori Internazionali Riuniti).
(29 maggio 2013)