Oltremare – “Quinto: l’upupa è tridimensionale”
Appena comperata una bicicletta, il mezzo di trasporto per eccellenza a Tel Aviv, per riabituare muscoli e attenzione alla guida sulle nuove piste ciclabili ho iniziato ad avventurami nel Park HaYarkon, nel profondo nord della città al limitare della ricca Ramat Aviv.
Nel parco, soprattutto di venerdì pomeriggio, si riversano famiglie con bambini, nonni, cani, e i più fantasiosi tricicli, monopattini e mini-biciclette. Dunque chi vuol stare in pace si allontana dal trambusto del lungofiume verso il bosco. Fu così che in una zona meno stipata di umanità ho lo stesso dovuto sbandare con la bici fino quasi a cadere, perchè proprio nel bel mezzo dello sterrato si era posata un’upupa.
Ora, per me l’upupa fino a quel momento era un volatile strettamente bisimensionale: era il disegno che accompagnava la lettera U nel libro che insegnava l’alfabeto ai tempi dell’asilo. Vederne una dal vivo è stato qualcosa fra il surreale e l’epifanico: le upupe esistono, in luoghi non del tutto irraggiungibili, e comunque al di fuori dei libri. Cresta bianca nera e beige, senza la quale si mimetizzerebbe nel colore del terriccio sgranato su cui zampetta mollemente. Sono scesa piano piano dalla bicicletta mentre l’upupa mi ignorava bellamente e continuava a picchettare in cerca di insetti, suppongo. Un che di regale e ironico; occhi attenti, ma nessun segno di paura. Quando due ragazzini sono passati rumorosamente su bici da cross pensavo si levasse in volo e addìo. Invece niente: serafica nella sua tridimensionalità.
L’ho lasciata padrona del bosco e mi ha fatto pensare che sono talmente tante e a volte inattese le piccole e grandi cose nuove che vediamo noi che veniamo a vivere in Israele, che è inutile stare a contare. Solo, certi alberi che fanno fiori rossissimi a forma di fiamma, o altri che producono tappeti di campanelle azzurre in primavera, in mezzo alle città, mi piacerebbe un giorno scoprire come si chiamano. Per adesso, mi accontento di sapere come zampetta un’upupa dal vero.
Daniela Fubini, Tel Aviv – Twitter: @d_fubini
(3 giugno 2013)