Israele – Il 24 luglio le elezioni per il Rabbinato. Si allontana il rinnovo dell’incarico per rav Amar
Si terrà il prossimo 24 luglio la nomina dei nuovi rabbini capo di Israele ashkenazita e sefardita. A darne l’annuncio è il Jerusalem Post, che fotografa anche il rapido rivolgimento della situazione sul fronte dei possibili candidati. Dopo che alcuni giorni fa, la proposta di riforma della Legge sul Rabbinato centrale per aumentare il limite di età attualmente fissato a 70 anni e consentire la candidatura dell’ashkenazita rav Yaakov Ariel, è stata ritirata dal suo stesso firmatario, il deputato di Habayit Hayehudì Zvulun Kalfa, il destino sembra ormai essere segnato anche per un altro progetto legislativo, quello finalizzato a permettere ai rabbini capo di servire per più di un mandato. Il cosiddetto Amar Bill, che doveva assicurare la rielezione dell’attuale guida del Rabbinato sefardita Shlomo Amar, è stato infatti privato del sostegno dello stesso partito che lo aveva proposto e che per esso combatteva, lo Shas, che dell’ebraismo sefardita rappresenta il braccio politico. I suoi deputati sono riusciti, attraverso manovre parlamentari, a evitare che l’emendamento venisse votato dalla Knesset negli scorsi giorni, nonostante avesse già ricevuto l’approvazione dell’apposita Commissione. E per rav Amar dunque la corsa si complica terribilmente, perché con la Corte suprema che ha ingiunto al governo israeliano di non rimandare oltre le nuove nomine (originariamente previste per fine marzo, poi posticipate a causa della concomitanza con la formazione del governo), il fattore temporale diventa essenziale. Il comitato dei 150 grandi elettori incaricati di eleggere i rabbini dovrebbe essere formato entro l’inizio della prossima settimana. E da quel momento non sarà più possibile apportare alcuna modifica alle procedure elettorali.
Ma che quali sono le ragioni alla base di questo drastico cambiamento di vedute da parte di Shas? E soprattutto, con rav Amar fuori dai giochi, chi potrebbe prendere il suo posto? A segnare la nuova rotta nel partito sefardita haredi è stata la volontà del suo leader spirituale, il novantaduenne, già egli stesso rabbino capo in passato, Ovadia Yosef, che non ha approvato la volontà di rav Amar di cercare con le altre forze politiche, e in particolare con Habayit Hayehudì, ultra destra che si richiama esplicitamente all’ebraismo modern orthodox, un accordo che garantisse la sua rielezione insieme alla nomina dell’ashkenazita rav David Stav, sionista religioso e fondatore dell’organizzazione Tzohar, che si batte per un rabbinato più vicino alle esigenze della gente e che rimane attualmente il favorito per la posizione, avendo ricevuto l’endorsement ufficiale di Yesh Atid, Labor, Habayit Hayehudì, Yisrael Beytenu e Hatnua.
Così, il quotidiano liberal Haaretz fa notare come l’elezione per il Rabbinato sefardita si trasformi in questo modo in un probabile affare di famiglia per lo Shas. I contendenti principali potrebbero infatti essere tre dei figli dello stesso Ovadia Yosef, Avraham, Yitzhak e David, poi ancora Yehuda Deri, fratello dell’attuale capo del partito Aryeh Deri, e Binyamin Atias, fratello dell’ex ministro della Casa Ariel Atias, che aveva fatto parte del triumvirato scelto per guidare lo Shas alle elezioni di gennaio da rav Yosef insieme a Deri ed Eli Yashi, prima che la leadership tornasse definitivamente a Deri. A contrapporsi a loro, come rappresentante dell’ebraismo nazional-religioso, potrebbe essere inoltre il figlio dell’ex rabbino capo Mordechai Eliyahu, Shmuel, che però viene considerato in molti ambienti decisamente troppo di destra dal punto di vista politico.
Alla finestra, per ora, rimane il Likud, con il premier Benjamin Netanyahu. Secondo le indiscrezioni, il primo ministro continuerebbe ad auspicare una rielezione di rav Amar insieme alla nomina di un altro rabbino dal cognome illustre: David Lau, figlio dell’ex rabbino capo d’Israele Yisrael Meir Lau, attuale rabbino capo di Tel Aviv.
Confronti, dibattiti e ipotesi di alleanze proseguono. Una sola sembra essere la certezza: l’appuntamento sarà fondamentale per dare forma al presente, ma soprattutto al futuro, dell’identità ebraica in Israele.
(nell’immagine rav Amar che saluta rav Ovadia Yosef durante il convegno dello Shas nell’aprile 2012)
Rossella Tercatin @rtercatinmoked
(14 giugno 2013)